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Scontro Zagrebelsky – Renzi. Il costituzionalista batte nel merito e nel metodo la demagogia cafona renzista. Sul rischio autoritario in Italia e sulla strumentalizzazione politica di La7.

voto2di Rina Brundu. Questa volta ho cambiato canale dopo solo venti minuti e non ci saranno altre occasioni per assistere alle sceneggiate renziste in tv. Francamente già quando ho sentito che La7 avrebbe ospitato un secondo incontro – nell’occasione presentato da Enrico Mentana – tra il presidente Renzi tutto teso a raccattare SI per la sua offensiva riforma costituzionale e l’avversario di turno, ho subito pensato che qualcosa non tornava: dopo la pubblicità ottenuta con Travaglio, Renzi intendeva ripetere il colpo? O forse si trattava di un tentativo di strumentalizzare il canale di Cairo dopo avere ridotto la RAI ad azienda telecomandata?

A mio avviso questa seconda opzione era la più probabile, con una piccola differenza: i telespettatori di La7 non sono quelli della RAI e hanno per lo più teste abituate a pensare. Partendo da questa considerazione e dopo avere assistito a venti minuti di logorroica retorica renzista, a momenti anche palesemente cafona nei confronti di un costituzionalista come Gustavo Zagrebelsky che dovrebbe comandare altro rispetto, la decisione di cambiare canale è stata… conseguenza delle cose.

Di quei venti minuti mi sono rimasti solo i pacati commenti con i quali Gustavo Zagrebelsky tentava di spiegare ad un Renzie impegnato ad ascoltare soltanto se stesso che le Camere hanno gli stessi poteri ma non gli stessi compiti, che le difficoltà nel passare date leggi e i regolamenti non hanno una radice istituzionale ma politica, laddove i vari partiti non sanno mettersi d’accordo (vedi tra le tante l’annosa questione delle “famiglie di fatto”), che lui non era un “gufo” e che una simile riforma contiene in sé tutto il rischio di passare da un governo di tipo democratico ad uno di tipo oligarchico e autoritario.

A mio avviso però Zagrebelsky avrebbe dovuto rimbrottare Renzi più convintamente quando costui faceva vanto della “durata” del suo governo dato che il paese intero ha purtroppo testimoniato impotente la metodologia a base di “inciuci” con Verdini e con Alfano con cui l’ha ottenuta questa durata e soprattutto quando Renzie interrogava: “Ma davvero lei è convinto che ci sia un rischio antidemocratico in questo paese?”. Altroché se il rischio c’é, di fatto noi viviamo attualmente il periodo repubblicano più antidemocratico che si sia visto in Italia dopo la liberazione dal nazifascismo.

E viviamo questo periodo di emergenza democratica perché autoritarismo non è solo sbattere giudici, magistrati, civil-servants a vario titolo in galera ma anche mettere alle proprie dirette dipendenze i servizi pubblici radiotelevisivi, o i giornali della nazione, o far occupare ogni posto di potere libero dagli amici degli amici e così facendo infangare la dignità civile di un paese….

Ecco, credo che sia stato a questo punto che non ce l’ho fatta più ad ascoltare e, offesa nell’anima, ho cambiato canale… Certo è però che l’errore di giudizio mediatico che ho fatto oggi non lo ripeterò una seconda volta: questo almeno è sicuro!

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Addendum 01/10/2016

A quanto pare non sono stata l’unica a spegnere dopo 20 minuti… anzi qualcuno non ha cominciato a guardare proprio: buongustai!

mentana

1 Comment on Scontro Zagrebelsky – Renzi. Il costituzionalista batte nel merito e nel metodo la demagogia cafona renzista. Sul rischio autoritario in Italia e sulla strumentalizzazione politica di La7.

  1. Cara Rina, ovviamente io sono del parere opposto al tuo, e non mi stupisco. Speravo che almeno avresti riconosciuto a Renzi la sorprendente competenza costituzionale che ha potuto prendere in fallo più di una volta il suo professore, a tuo e mio gusto forse in modo troppo irruente talvolta. Senza scendere nei dettagli la cosa va vista così: il professore è vissuto nella torre d’avorio del diritto e nelle ovattate stanze delle consulte ecc. Le sue osservazioni erano pertinenti, ma indicavano possibilità negative possibili, senza nessuna valutazione della loro probabilità reale, tanto che al riguardo non era in grado di dare risposte. Renzi lo tallonava sul fatto che le cose negative che sosteneva non si realizzavano negli altri paesi dove erano adottate. Renzi è apparso sorprendentemente competente nel diritto costituzionale e nelle costituzioni estere e ottimo comunicatore (non un venditore come Berlusconi a cui a torto lo si paragona). Renzi è apparentemente un praticone irruento proiettato sull’avvenire. D’altronde il passato non è brillante, proprio la nostra Costituzione ha permesso di regnare a un Berlusconi, di raggiungere un debito pubblico stratosferico, di essere il fanalino di coda in Europa, almeno tra le vere potenze. Poi ne ho imparato una bella: li famoso fallimentare Titolo V della Costituzione è opera del governo Dalema. Certo non solo, ma questo aggiunge un’altra negatività al governo Dalema.. Ma ti rendi conto che il NO è propagandato da due bravissime persone ma politicamente fallite: Berlusconi e Dalema e da un Zagrebelski certamente acuto e pure brillante nella sostanza, ma volto al passato? Le ricette di Renzi non saranno ottime, ma ancora tutto lascia pensare che ci porteranno a uscire dalla melma in cui ci hanno fatto cadere. Renzi ha dimostrato una grande concretezza di azione e pensiero e Zagrebelski non è riuscito a scalfirne la realtà se non con astrazioni. Questo è la mia opinione. Purtroppo temo che succeda come in Inghilterra dove il Brexit sembra essere stato determinato dai vecchi e dagli incompetenti. A conti fatti spero che questo non succeda da noi. Non volermene!. .

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