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Femminismo e Solidarietà a CHARLIE HEBDO – Sul perché la satira di Charlie Hebdo sui terremoti italiani in salsa “mafiosa” non mi offende, ma la campagna sessista Fertility Day della Lorenzin, sì…

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Straordinario e graffiante Charlie Hebdo

di Rina Brundu. Si stanno stracciando le vesti dalle Alpi alla Sicilia: non gli italiani naturalmente, che debbono lavorare, quando il lavoro lo trovano in barba al Jobs Act, ma i giornali renzisti, tutti quindi. Il problema del pensiero-unico, anche mediatico, che vige in Italia, in questi tristissimi momenti “politici” della nostra storia, è che non solo si vorrebbe ammaestrare il cittadino dentro i confini nazionali, ma che si vorrebbe esportare la deleteria pratica anche all’estero. Dimenticano però che i veri giornali di satira, come lo è senz’altro la rivista francese Charlie Hebdo – i cui vignettisti non troppo tempo fa hanno dato la vita per difendere la loro visione atea, e insieme a quella ogni principio filosofico e illuminista che nei secoli e nei millenni ha prodotto il “meglio” di ciò che noi siamo oggi – rifiutano anche la sola idea dell’asservimento al “padrone” che è così tipico della visione “intellettuale” italiana. E dimenticano anche che la Francia non è il feudo tosco-vaticano che è l’Italia di questi tempi, ma che è una grande Repubblica libera, laica, democratica e grande forse quanto noi non potremo sperare di esserlo mai.

Di fatto solo un giornale o un giornalista in malafede e provinciale (come lo sono di norma tutti i giornali renzisti), potrebbe mai pensare che le vignette pubblicate da Charlie Hebdo siano una offesa al nostro paese o ai terremotati italiani. Di converso, quelle vignette sono una mano d’aiuto importante; una sferzata, una doccia fredda e rinfrescante – ovvero, sono gli strumenti ordinari che usa la buona satira per indurre-riflessione –  e che ci danno ragione di sperare ancora, anche tra le maglie nefaste del mare magnum di inchiostro inconcludente versato in queste settimane dal “giornalismo” omertoso italiano per raccontare il nulla, come abbiamo sovente denunciato su questo piccolo blog.

images“Non è Charlie Hebdo che costruisce le vostre case” raccontano le didascalie di quelle vignette “ma la mafia!”. Come non essere d’accordo? Non è forse questo il “faticoso” quadro che è emerso in questi giorni, e che in verità immaginavamo comunque tutti molto bene, grazie all’encomiabile lavoro di quei pochi giornali che osano sfidare il diktat e la censura renzistica? O si vorrebbe che anche i vignettisti di Charlie Hebdo – dopo avere sacrificato la vita sull’altare della libertà di pensiero – si inchinino alle necessità del gattopardismo mediatico renzistico per raccontare un’Italia che non c’é? Ridicolo!

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L’indignazione su uno dei tanti giornali italiani…

Tutta la mia personale solidarietà ai vignettisti di Charlie Hebdo, che vorrei si occupassero di più delle cose italiane perché qualcuno a questo punto dovrebbe farlo: non basta infatti che la Freedomhouse.org si diverta a farsi beffe di noi e a collocarci ripetutamente tra gli stati canaglia in materia di libertà di stampa, servirebbe altro, servirebbe il settare un esempio, una idea di riflessione che non fa parte del nostro DNA, come non ne fa parte la capacità di critica, ma che si può sempre imparare: questo meritano gli italiani che verranno, questo meritiamo tutti noi.

Si fossero stracciati le vesti, quegli stessi giornali, per l’infame e medievale campagna sessista ministeriale “Fertility Day” che ci ha offeso tre volte, in quanto donne, in quanto italiane libere e in quanto cittadine italiane (vista l’eco-incredula all’estero), avrebbero fatto miglior figura e, invero, solo metà del loro lavoro! Sic.

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L’ennesimo scandalo renzista “Fertility Day” visto dall’estero…

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Omaggio a Charlie Hebdo