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Filosofia dell’anima – A proposito dell’oltraggio carnevalesco all’Olocausto: solidarietà alla comunità ebraica spagnola, ma…

spagna

Screenshot source: Dailymail

Premetto due cose a proposito della tematica trattata in questo post: 1) della notizia non ne troverete traccia (o ben poca, comunque, probabilmente sarà il solito Dagospia a copiarla dal Dailymail) sui giornali italiani, attualmente impegnati a sbavare dietro al governo delle poltrone viventi che ha gettato il paese nel panico col Coronavirus e adesso non sa come uscirne indenne dal disastro creato; 2) quello che seguirà, dato che è firmato da me, non potrà essere il solito articoletto in stile mediatico italico teso a stracciarsi le vesti nella pubblica piazza per lo più allo scopo di ottenere emolumenti franceschiniani pagati dal contribuente…. Per questi motivi – come da “Avviso e divieto d’accesso” di Rosebud – le persone troppo religiose, cristiane, ebree, musulmane che siano, nonché le persone che incensano una cultura di tipo scolastico non dovrebbero procedere nella lettura: non ne guadagnerebbe nulla nessuno, mentre di pagine “giornalistiche” amene, più leggere e intrise di bava se ne trovano in abbondanza in Rete. Ne deriva che non è necessario stare qui!

Detto questo, vorrei tornare al tema di questo post, ovvero la presenza nel Carnevale di Campo de Criptana (Spagna) di discutibili individui vestiti da nazisti discinti, da vittime dell’Olocausto che avrebbero sfilato per le strade del paese in preda a un’insostenibile leggerezza dell’Essere che dà davvero da pensare. Una “insostenibile leggerezza dell’essere” che naturalmente avrebbe suscitato le ire della comunità ebraica spagnola con il solito codazzo di dichiarazioni, contro-dichiarazioni e ciliegina mediatica imbarazzante che non fa mai male.

Non amo la censura e in verità penso che non ci siano fatti o eventi su cui non si possa ridere o scherzare, non importa quanto dolorosi, quanto barbari o criminali. Non avrò una tomba quando me ne andrò (me lo auguro proprio!), ma se dovessi averla e un giorno la mia anima dovesse sorprendere qualcuno a ballarci il can-can sopra spero bene che il mio unico pensiero possa essere di rammarico per non potermi unire a cotanti “ballerini”.

Proprio così!. non amo la censura e ritengo che nulla di ciò che accade nel mondo sia troppo grave o intoccabile! Lo dico da persona che ha studiato attentamente la “natura del male” che ha portato all’Olocausto e la sta studiando ancora, vorrà studiarla ulteriormente in futuro. Per la verità un tale “studio” mi porta, giorno dopo giorno, a interrogarmi su tante cose; finanche a rifiutare date “conclusioni” implicite nell’ontologia che sembra nascere da questa mia applicazione.

Tale “rifiuto”, mi rendo conto, non è dato da una possibile non-validità delle conclusioni raggiunte (cosa che potrebbe pure essere), ma dal fatto che elevarci sopra il nostro ego, quando per “ego” si intendono limiti tecnici da principio antropico, non è facile. Non è facile, insomma, volare sopra le barriere intrinseche che costruiscono in noi gli indottrinamenti culturali a cui siamo sottoposti fin dalla nascita, ma soprattutto non è facile volare sopra i limiti oggettivamente creati da quella che per ovvie ragioni non può che svilupparsi come una bio-intellettualità, la nostra.

Per questi motivi, credo, resiste ancora, in me, un qualcosa che mi spinge ad essere solidale con la comunità ebraica che si è ribellata alla sconcia passerella carnevalesca improvvisata in quel di Spagna. Detto altrimenti, c’è qualcosa, in me, di non-ancora-così-intellettualmente-forte da riuscire a concentrarsi prima di tutto sulle “ragioni” delle anime che tale “carnevalata” l’hanno pensata e realizzata; c’è qualcosa in me non-ancora-forte-abbastanza da permettermi di essere empatica con il percorso di crescita (evidentemente ancora-in-progress… proprio come il mio) di tali “anime”, di tali spiriti. C’è qualcosa in me che ancora preferisce focalizzare sul creare barriere morali, didattiche, fondamentalmente ostili… Barriere che solo una tempra di sostanza saprà appunto rimuovere.

Il “male”, racconta quella mia ontologia che spero di riuscire a estrinsecare al meglio nel futuro prossimo, è anch’esso necessario per meglio comprendere il suo contrario; il “male”, anche quello che ha determinato l’Olocausto, non è niente altro che la “sorgente delle cose” che sperimenta se stessa. Detto terra-terra è un po’ come dire che a Campo de Criptana è sfilato Dio vestito da nazista discinto, dotato di una invidiabile “leggerezza dell’Essere”. E fino a questo punto riesco finanche a convivere con la logica fondante che giustifica una simile ontologia…. Il mio problema però nasce quando introduco nell’equazione la tematica del “limite”, finanche quando mi interrogo sul perché bisognerebbe considerare un “limite”….

L’onestà intellettuale mi impone dunque di ammettere che nella mia “solidarietà” alla comunità ebraica spagnola è purtroppo implicita tutta la mia impotenza intellettuale del momento e anche per questo non so a cosa possa servire la stessa, codesta mano tesa. Diceva il grande poeta inglese John Keats che “Gli assiomi della filosofia non sono assiomi finché non li abbiamo provati sulla nostra pelle: leggiamo belle cose, ma non possiamo sentirle fino in fondo finché non abbiamo ripercorso gli stessi passi dell’autore”: che lo stesso discorso valga anche per le vittime dell’Olocausto e di ogni altro atto criminale deprecabile? Ai più intellettualmente accorti l’ardua sentenza!

Rina Brundu


Aggiornamento 26-2-2020

Come previsto ecco sotto la “copia” italiana della notizia, con tanto di catenaccio eticamente contrito, espressione plastica della totale incapacità di investigazione dei nostri tempi, nel nostro paese; espressione plastica della nostra capacità unica di trasformare anche le preoccupazioni dell’anima in carnevalate gossipare, o della metacarnevalata… Pazzesco!

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