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Filosofia dell’anima – Arrivederci, Massimo!

arrivederci

Caro Massimo,

questa sarà l’ultima scrittura pubblica che ti indirizzo! In realtà, non c’è bisogno né di questa né c’era bisogno delle precedenti. Nel buttare giù queste righe volevo e voglio ribadire solo che questo luogo virtuale – insieme ad Ipazia – resteranno sempre la tua casa; uno spazio libero dove i tuoi scritti, i tuoi lavori, le tue opere compariranno sempre, ininterrottamente, come se tu fossi ancora qui tra noi. Ridondanze, appunto, robe che io te te abbiamo sempre saputo…

In questi giorni diverse persone mi hanno inviato degli articoli che sarebbero comparsi in forma di “coccodrillo” dopo la tua scomparsa: non ne ho letto manco uno e adesso mi viene pure da ridere. Mi viene pure da ridere pensando a come ne avresti bastonati tanti di questi “esperti” dell’ultima ora, dato che il vizietto per la critica sferzante lo abbiamo sempre praticato insieme. Di recente hai perso anche una “cittadinanza onoraria” causa la tua “testardaggine” e in tale “perdita” io non riesco a non vedere un’altra medaglia ideale appuntata sul tuo petto.

Che a ben pensarci questo è ciò che mi mancherà più di te negli anni che verranno: la capacità di fregarsene dei rituali mediatici, delle ridicolissime medaglie al valore, la forza di dire sempre ciò che si pensa. Dove lo trovo ora un altro compagno di lavoro simile, nell’Italia del giornalismo padronale, degli scribacchini lecca-fondelli, delle munifiche elargizioni governative agli amici degli amici, della mediocrità intellettuale elevata a modello culturale?

Non lo so dove potrei trovarlo, ciò che é certo è che io non lo cercherò, non ve ne è bisogno, non dopo la straordinaria eredità umana e intellettiva che mi hai lasciato, non dopo tutto ciò che mi hai insegnato. E non lo cercherò perché, come ho appena scritto, tu continuerai a scrivere qui, sempre… Hai prodotto così tanto materiale che non basteranno cento anni per dare visibilità a tutto e prima di finire, passerò io e passeranno molti altri gestori di Rosebud.

Sì, perché, giorno verrà in cui anche io passerò le consegne. Non ti preoccupare, prima di farlo mi assicurerò che chi verrà abbia il nostro stesso senso per l’integrità, abbia, se non la nostra stessa propensione per la critica sferzante, almeno la forza di mandare a quel paese i “ricercatori” di onori e glorie. Non sarà facile ma riusciremo. Riusciremo senz’altro adesso che Rosebud ha un formidabile angelo che lo protegge dall’alto…

Ti invidio quasi. Ti invidio perché penso che anche a me piacerebbe starmene lassù con te, mentre il tanto lavoro rimasto, che vedo all’orizzonte, mi stanca al solo pensiero… Ma si andrà avanti, dobbiamo farlo e dobbiamo portare in porto tutti i progetti…

Dopo sarà facile morire, chiudere gli occhi e dormire.

Arrivederci, Massimo, tra non molto.

Rina Brundu