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Conservatori inglesi in difficoltà

di Michele Marsonet.

Il Partito conservatore del Regno Unito continua ad avere difficoltà di grande portata. Il premier di origine indiana Rishi Sunak è sotto attacco costante, soprattutto da parte di Boris Johnson il quale, probabilmente, non ha mai rinunciato alla speranza di un ritorno a Downing Street (speranza, per la verità, ben difficile da realizzare).
Ora sale alla ribalta una nuova figura che ambisce alla premiership. Si tratta della 41enne Miriam Cates, eletta nel 2019 membro del Parlamento britannico. Cristiana evangelica, tre figli, la Cates è una conservatrice a tutto tondo. Propone di favorire gli inglesi rispetto agli stranieri nella ricerca di posti di lavoro. Si oppone fermamente alla liberalizzazione delle leggi sul riconoscimento del genere.
Vuole limitare l’accesso dei giovani ai social network e l’utilizzazione sfrenata degli smartphone, sostenendo che a questi due fattori va ricondotto l’aumento dei problemi di salute mentale nelle nuove generazioni.
Si propone inoltre di accrescere il tasso di natalità, che nel Regno Unito è bassissimo (come del resto in tutta Europa), aumentando gli incentivi destinati alle donne che hanno figli. Esalta i vantaggi del matrimonio ed è contraria all’aborto. Sostiene inoltre la cultura e l’identità tipicamente britanniche rispetto a quelle degli immigrati.
Vista la giovane età, molti temono che la Cates non possieda l’esperienza necessaria per guidare il Paese. La domanda che gli inglesi si pongono è la seguente: “e se fosse una nuova Liz Truss?”. Tutti rammentano i risultati disastrosi ottenuta da quest’ultima.

Intenzionata a riproporre le politiche liberiste di Margaret Thatcher, la Truss fu costretta a dimettersi dopo soli 44 giorni di governo. Annunciò una manovra basata su tagli consistenti delle tasse e degli oneri sociali, ma i mercati finanziari reagirono in maniera molto negativa, provocando anche la svalutazione della sterlina. Il suo governo è stato il più breve della storia britannica.
Miriam Cates, finora, sembra più prudente e non ha fatto grandi annunci economici. Tuttavia il sospetto, tanto tra i ranghi del Partito quanto nella popolazione, resta, e il suo cammino verso Downing Street appare irto di difficoltà,
E’ interessante notare che vi sono notevoli affinità tra la Cates e la premier italiana Giorgia Meloni, anche se quest’ultima sembra più prudente da ogni punto di vista. Entrambe, comunque, fanno parte del gruppo dei conservatori europei.
In realtà il Regno Unito non ha mai superato il trauma della Brexit che, anziché restituire al Paese i fasti dei tempi imperiali, ha causato impoverimento e tensioni anche internazionali (si pensi, per esempio, al problema dell’Ulster).
Come negli Usa, anche nel Regno Unito esiste un problema di ricambio della classe politica, con personaggi improbabili che si autocandidano alla guida della nazione. Vale anche per i laburisti, sinora incapaci di approfittare della crisi del Partito conservatore.