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Il radicale URI in Svizzera, Campania, Sardegna, Iberia

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di Massimo Pittau.

Per l’Etruria antica è storicamente documentata una città di nome Urina (ed anche Aurina), la quale quasi certamente corrisponde alla odierna Saturnia. Nelle iscrizioni etrusche compare parecchie volte l’antroponimo URINATE/I, VRINATE/I, che è evidentemente un etnico che significava ‘nativo di Urina’.

Il significato che era al fondo del toponimo Urina si può con grande probabilità e verosimiglianza ricostruire richiamando l’appellativo lat. urīna, che finora è di origine ignota, ma che è già stato prospettato come di origine etrusca (Ernout, EPhIL 31). Ebbene, questo appellativo oltre e prima che il significato di «liquido della minzione», ne aveva uno più generale, quello di «acqua». Infatti il lat. urīna significava anche «liquido seminale» e il verbo derivato urinari significava «tuffarsi nell’acqua, nuotare e affogare nell’acqua» e infine il sostantivo urinator significava «palombaro, sommozzatore».

Indicato il significato principale e originale del lat. urīna in quello di «acqua, liquido», mi sembra che da ciò si possa trarre la conseguenza che il significato effettivo della citta etrusca di Urina fosse quello di «fonte, fontana», con particolare riferimento alle famose sorgenti di acque minerali di Saturnia. Si deve infatti escludere del tutto che il suo significato fosse quello di «liquido della minzione», per la ragione che mai i suoi abitanti avrebbero accettato per la loro città il significato di «urinatoio» e per i suoi abitanti Urinati quello di «urinatori».

Tre forti conferme a quanto sto prospettando vengono da alcuni vocaboli etruschi che compaiono scritti su vasi.

In primo luogo è il vocabolo URIAΘI che fa parte della iscrizione dell‘arhyballos Poupé (purtroppo non ancora tradotta): a mio avviso in questa iscrizione, che quasi certamente era beneaugurante per il/a donatario/a, URIAΘI è un locativo (URIA-ΘI) che significa «nel liquido» (cioè nel liquido contenuto nel vaso) oppure «nella bevuta».

In secondo luogo segnalo che altri vocaboli etruschi, scritti pur’essi su vasi, URE, URI, VRE, VRI sembrano essere all’imperativo e sembrano significare «bevi!», con un invito fra amici a brindare alla reciproca salute.

Infine faccio riferimento alla circostanza che la città etrusca di Urina è documentata anche come Aurina e che l’alternanza del dittongo /au/ con la vocale semplice /u/ è un fatto fonologico ben conosciuto nella lingua etrusca. Ebbene al fine di chiarire questa variante Aurina richiamo l’altro verbo corradicale lat. (h)aurire, orire (finora di origine ignota), il quale significava «attingere acqua, bere». Dunque il significato di «acqua» con quello strettamente connesso di «bere» viene ancora una volta confermato appieno.

Proprio come il significato di «acqua» viene probabilmente confermato anche dall’appellativo lat. urium «fango o argilla alluvionale» che Plinio (nat. hist. XXXIII 75) attribuisce al linguaggio dei minatori pirenaici.

Di passaggio richiamo anche la Valle Aurina, in Val Pusteria, nella zona dei toponimi etruschi VARNA, VIPITENO e VELTURNO (LIOE), dove sono arrivati anche gli Etruschi secondo una nota testimonianza di Livio (V 33).

Una seconda città etrusca di nome Uri è storicamente documentata nell’antica Campania, di certo per la presenza delle sorgenti di acqua termale dei Campi Flegrei.

Il toponimo si connette chiaramente al già visto Urina e questo secondo sembra essere il diminutivo del primo. Dunque con notevole verosimiglianza Uri significava «fonte, fontana», mentre Urina significava propriamente «piccola fonte o fontanella». Però capita di frequente in molte lingue che il valore del diminutivo cada del tutto sul piano semantico, limitandosi ad essere soltanto un fatto fonologico formale; pertanto sia Urina che Uri potevano significare ugualmente «fonte, fontana».

Alla città etrusca URI della Campania antica (URIATE ‘nativo di URI’; ThLE² 414) corrisponde esattamente il nome un villaggio situato poco a Sud della città di Sassari in Sardegna, Uri. Oltre a ciò questo toponimo trova riscontro in almeno altri sette Uri, esistenti in Sardegna nei territori dei paesi di Nulvi, Oschiri, Osilo, San Vito, Sarule, Sennori, Simaxis. Secondo tre autorevoli linguisti, Johannes Hubschmid (Mediterrane Substrate, Bern 1960, 75-76), Giovanni Alessio (RIL, LXXIV, 732) Max Leopold Wagner, La Lingua Sarda, pag. 281) il toponimo sardo Uri potrebbe corrispondere al basco ur «acqua». A favore di questa ipotesi etimologica io aggiungo che la radice ur(r)- da una parte si trova in numerosi idronimi sardi, dall’altra è diffusa in tutta l’Isola, per cui è abbastanza probabile che effettivamente significasse «acqua» e anche «fonte, fontana» e pure «abbeveratoio». C’è infatti da considerare che in una terra perennemente sitibonda, come è ed è stata la Sardegna, il conoscere le fonti, anche col loro nome, era una questione veramente importante e perfino essenziale per la vita degli uomini e dei loro bestiami.

Presento qui di seguito l’elenco – certamente non completo – di questi toponimi e idronimi, tutti di evidente matrice sardiana o protosarda come dimostrano i vari suffissi e suffissoidi da cui sono caratterizzati: Uralài (Irgoli), Uralla (Albagiara, fontana e rivo), Urasa (Solarussa, rivo), Urasala (Sorradile), Urassala (Scano M.), Urau (Cuglieri, fontana), piskina d’Urea (CV XIII 7), Uredda (Siamanna), Uréi (Laconi, canale), Urele (Baunei), Flumini Uri (San Vito), Úrighe (Birori), Urulu (Orgosolo, sorgente), Roja Urossolo (Ortueri, canale), Urotzo (Sorradile, sorgente), Uruspa (Sorso); Uraressi, Urei, Ures(s)a, Uri, Urieke, Urule (CSPS); Urasanna, Uria, Urosolo, Urri, Urrolo, Urru (CSMB), Ures (CSLB), Urri (Orani), Úrighe (Birori), Úrigu (Aidomaggiore).

Dunque gli etruschi URI, VRI, URE, VRE, URI ed (A)URINA, il protosardo Uri e i numerosi toponimi e idronimi connessi, e infine il basco ur convergono tutti sul significato principale e primitivo di «acqua». Di questa quadruplice convergenza linguistica a me sembra che l’unica possibile spiegazione sia questa: la base /ur/ «acqua» è ascrivibile al sostrato linguistico ‘mediterraneo’ ed essa si è conservata nella Svizzera, nella Penisola italiana, in Sardegna e infine in Iberia.