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Filosofia dell’anima – Sul tempo

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In Quantum Leap, ma non solo lì, mi sono occupata del fattore “tempo”, ma naturalmente sempre in senso quantistico, ovvero dentro una dimensione, almeno a leggere le risultanze della celeberrima equazione Wheeler-DeWitt, in cui il tempo non esiste. Peraltro la fisica quantistica non è la sola materia che racconti questa “verità”, che sentiamo spesso anche nella bocca dei filosofi new age fino ad arrivare a pressoché tutti gli nders.

Insomma, il tempo sarebbe un vettore lineare unidirezionale di stretta pertinenza del nostro universo spazio-temporale, nient’altro. Sarà così, ma se muoviamo dalle moderne dinamiche di quella che ormai chiamo l’ontologia quantistica fondamentale, o più terra-terra la filosofia dell’anima, e ci spostiamo verso un tipo di cogitazione più pragmatica, d’antan, casareccia, com’era sovente la filosofia dei primi filosofi della Grecia antica, non si può che meravigliare davanti al know-how che questo vettore sui-generis riesce a impartire a chi ha pazienza nel volerne ascoltare gli insegnamenti.

Anche per questi motivi, io penso che se, seguendo le diritture pedagogiche delle società più sviluppate e moderne, si procedesse finalmente ad insegnare filosofia fin dalla più tenera età, in età prescolare per intenderci, il nostro cammino in questa valle di lacrime ne risulterebbe senz’altro agevolato. Di fatto, tra le tante altre cose, si imparerebbe a comprendere il valore dell’espressione passaggio-del-tempo che francamente metterei in opposizione al più celebrato “carpe diem”, cogli l’attimo, e a ben guardare si fa molto più didattico.

È solo grazie al tempo passato, infatti, che noi riusciamo a vedere noi stessi in prospettiva, a comprendere la “futilità” delle urgenze presenti, a comprendere che ciò che appare questione di vita o di morte in un dato istante e sovente questione ridicolissima in un altro momento. È grazie al passaggio del tempo infine che noi riusciamo a comprendere la nostra vera sostanza, il valore insito in essa, che percepiamo “glimpses” di eternità e della nostra vera mission, che comprendiamo ciò che è veramente “qualità dell’anima” e cosa non lo è!

Pensa tu! Ero così affascinata dal ricamare sulla dimensione atemporale che più da vicino mi perdevo tante cose, sebbene in fondo sappia pure che queste “cose” sono essenza d’inutilità nel mare magnum dell’immensità dove appunto il tempo non esiste; dove il tempo è un’illusione proprio come il tempo speso a tentare di razionalizzarlo!

Rina Brundu