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Sulla vignetta Auschwitzland e la caduta verticale del vignettista Vauro! E sul “Male” misurato a colpi di fascistometro trendy!

 

vauro.jpgSu questo sito ci sono tante belle cose, ci sono pubblicati anche alcuni articoli, miei, datati 2014 e anni precedenti. Si tratta di articoli scritti per elogiare il vignettista Vauro. Uno di questi pezzi è anche spavaldamente titolato “Che nessuno tocchi Vauro!”, sic!

Naturalmente, si tratta di pezzi pubblicati prima dell’età tosta del renzismo, prima di quel periodo immondo della storia repubblicana in cui anche il vignettista Vauro, il “compagno” Vauro, insieme a tutti gli altri suoi “compagni” vignettisti si piegarono davanti alle imprese del duce di Rignano, di fatto rivelando la vera tempra, anche “comunista” di cui erano fatti! Da quel tempo in poi, ho avuto modo di osservare meglio “l’arte” di Vauro, e di tanti altri suoi colleghi “noti”, e ho concluso, come ho pure scritto, che quattro Giannelli, o quattro Vauro, o quattro chi-per-loro, non fanno un Marco Vukic.

Ma questa è un’altra storia. In questi giorni infatti Vauro si è fatto notare per una vignetta (vedi featured image), che a dispetto di ciò che scrivono i giornaletti, io non trovo né brutta né antisemita, la trovo semplicemente triste. La trovo triste perché avendo passato buona parte di questo anno a studiare cosa è stato il “Male” che ha prodotto Auschwitz, e non solo, francamente io non ci sto a vedere queste merdate, a vedere scritti pseudo-satirici, sciocchi, rivelanti un know-how storico inesistente, che portano i giovani a confrontarsi con creazioni stupide come “Auschwitzworld, where nightmares come true”.

Io mi chiedo dunque: ma come si permette questo signore? Ma che ne sa questo signore “arrivato”, così immagino si ritenga, di quando Eichmann scorazzava per le strade di Vienna incutendo terrore?, di quando Mengele sceglieva i bambini per i suoi esperimenti a seconda dell’umore: tu qui, tu lì?; che ne sa questo signore delle montagne di ceneri ammassate proprio ad Auschwitz?, della fine che facevano gli stessi tedeschi che si mettevano di traverso a Borman?, delle guerre intestine nei campi di concentramento per avere il pane?, dei vecchi che cadevano a terra per le spinte?, delle famiglie separate?, della disperazione? Come si permette questo signore di comparare tutto questo a Disneyworld?

Ma vero è che il Vauro a cui purtroppo i nostri giornalini e  i nostri giornaletti continuano a dare visibilità, non è troppo diverso da tutto il resto che stiamo producendo “culturalmente”. Siamo infatti la patria dove il razzismo, il fascismo, il nazismo, l’antisemitismo, si misura, tra i cosiddetti intellettuali (del cazzo, aggiungo io!) con il fascistometro. Ma si può? E quand’è che, a parte gli ultimi cinque anni di cui purtroppo tutto sappiamo, siamo caduti così in basso?

Francamente non ci sono parole per commentare il decadimento, la pochezza intellettuale che viviamo, e diventa sempre più difficile commentare. Ma è possibile che non ci sia più un rifugio dell’anima dove evitare di vedere, di sentire, simili oscenità? Lo stile wikipedico imperat, il nulla che si ritiene tutto la vince, finanche la coscienza di un qualsiasi sentimento di vergogna è scomparsa.

Insomma, è infine venuta la notte, ed è subito l’inferno!

Rina Brundu