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Filosofia dell’anima – Sulla relativizzazione dei concetti di legalità e di etica politica

Joseph_RatzingerNel 2005, durante un suo viaggio apostolico per incontrare i vescovi di Germania, Benedetto XVI ebbe a dire “Sappiamo che secolarismo e scristianizzazione progrediscono, che il relativismo cresce, che l’influsso dell’etica e della morale cattoliche diminuisce sempre più”. Benedetto XVI è stato un mio Papa favorito, forse secondo in questo solo all’attuale Pontefice. Del Papa tedesco amavo la predisposizione alla cogitazione, sebbene la teologia non sia una forma di cogitazione che non esiterei a definire pseudo-cogitazione, nel suo partire da basi non fondate, non dimostrabili su piano empirico e dunque soggette ad interpretazione in virtù di discutibili dettami di “fede”.

Naturalmente, il mio spirito comanda altra accettazione dello statement sucitato del precedente Pontefice. Detto altrimenti, se sotto certi punti di vista posso senz’altro unirmi al suo “dolore” quando implica una crescente relativizzazione di valori ideali, di base, condivisi, sicuramente non posso dolermi del fatto che il secolarismo starebbe avanzando, o perché “l’influsso dell’etica e della morale cattoliche diminuisce sempre di più”. Magari, fosse! Temo però che affinché questo miracolo avvenga – e dunque la nostra società produca individui liberati dall’indottrinamento, proni al ragionamento filosofico e logico – serviranno ancora molti secoli, specie in paesi come l’Italia dove un auspicabile accrescimento del generale tasso di acculturazione è ancora un miraggio.

Tuttavia debbo dire che quel particolare discorso fatto dal papa, mi colpì. Il discorso sul “relativismo” mi colpì, soprattutto perché dentro le dinamiche di una società liquida come la nostra, questo “problema” è senz’altro un argomento che può riguardare tutti. Ci riguarda su dimensioni multiple, nei contesti più disparati. Per esempio, se il cantante Zucchero dovesse commentare a suo modo questo discorso, immagino che non potrebbe che concludere: “Non c’é più rispetto, neanche tra di noi”. Parole sante! Resta il fatto che c’é di mezzo la rivoluzione digitale, e gioco forza dobbiamo abituarci, anche perché, se dovessi scommettere, non avrei dubbi nel puntare tutto su un futuro che sarà di sicuro eticamente migliore: non potrebbe essere altrimenti in una società liberata! I problemi, infatti, non si risolvono infilandoli sotto il tappetto alla stregua di polvere dimenticata, ma si tirano fuori, si affrontano a viso aperto e, nella migliore delle ipotesi, si fanno diventare sfide da vincere. Sotto questo punto di vista la società digitale batte tutte le “culture” precedenti, di tanto, finanche senza una possibilità di un vero valido confronto tra le parti. Rallegriamocene di questo, perché no?

2103ILFATTO_19032017_1-203x300Vero è però che ci sono dei limiti al grado di accettazione e comprensione di interazioni civili più libertarie che possiamo, e vogliamo, mettere in campo. Per quanto mi riguarda, per esempio, non mi piace affatto l’attuale relativizzazione dei concetti di legalità e di etica politica che il renzismo ha portato seco. Meno che meno mi piace, come ho visto fare anche su questo sito, ma in misura molto maggiore su altri, che si dica mah… non é colpa di… Io penso che le “colpe” abbiano sempre un nome ed un cognome. E se è vero che in contesti privati, in situazioni lavorative, o dentro dinamiche quotidiane e familiari, è bene preferire una filosofia della sana discussione alla filosofia del puntare il dito contro Tizio e Caio, è anche vero che questa modalità più equilibrata di risolvere, non dovrebbe essere granché applicata alle questioni che riguardano la politica o relativamente ai comportamenti di chi fa politica.

Non dimentichiamo insomma che chi fa politica ha l’onere e l’onore di rappresentare una intera nazione. Il nostro governo per esempio, che ci piaccia o meno, rappresenta tutti noi: che figura ci facciamo confrontandoci con gli altri, se a rappresentarci è un governo che sponsorizza il disrispetto della legalità? Se a rappresentarci è un governo che non solo pare incapace di auto-redimersi (per esempio, non cambiando i suoi rappresentanti in presenza di situazioni dubbie che possono offendere la sua onorabilità), ma sembrerebbe anche adoperarsi con tutti i mezzi (vedi gli inciuci e gli accordi di corridoio), persino per impedirlo un tale auspicabile processo di “redenzione”?

Che figura ci facciamo? Ci facciamo la figura dei burini, altro che “relativismo” e discorsi “alti”! Questo punto qui bisognerebbe sottolinearlo con coraggio, da più parti, specialmente tra i ranghi di coloro che si dicono intellettualmente “committed”, se non fosse che il Bel Paese vive attualmente una emergenza informazionale che è seconda solo alla sua corrente emergenza democratica. Dico di più. In verità, e sempre per tornare a monte di questo discorso, bisognerebbe prendere esempio dal successore di Benedetto XVI, ovvero da quel mirabile Papa Francesco che un giorno potrà sicuramente fare vanto (se fosse questa una modalità di porsi che gli è tipica) di essere intervenuto con la forza necessaria dove ha potuto, dove gliel’hanno permesso. Per un teologo (del resto, lo è anche lui), non è davvero male, per un politico italiano… un’impossibilità universale!

Rina Brundu

PS Ne profitto per ringraziare tutti coloro che continuano a frequentare Rosebud anche in questo periodo in cui, causa i tanti impegni, l’ho abbandonato un poco. In realtà il sito ormai vive di suo e può fare anche a meno di me, che di per sé é una bella cosa. Il prossimo mese, in linea con la tradizione, ci saranno molte novità su diversi fronti: alcune tanto straordinarie che mi hanno toccato il cuore: cosa non facile:)! Ma anche ad ulteriore dimostrazione che questo sito ha sicuramente un qualcosa, un quid, una marcia in più? Ai posteri l’ardua sentenza, mah!

1 Comment on Filosofia dell’anima – Sulla relativizzazione dei concetti di legalità e di etica politica

  1. daveyone1 // 21 March 2017 at 19:51 //

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