L’arte di Philipp Stölzl: una critica

Questa è la trama di base e a macrolivello, ma il valore aggiunto di “Der Medicus” sta nel dettaglio, su livelli multipli. Straordinario, per esempio, il ritratto medievale che propone: le difficoltà della vita quotidiana, il dolore nella malattia, l’ignoranza diffusa sovente causa del peggioramento delle condizioni personali con sullo sfondo le “lotte” tra “bene” e “male” rappresentati, in questo frangente, da una chiesa cattolica quanto mai determinata nella sua crociata redentrice e da coloro che si raccontava fossero propugnatori della cosiddetta magia nera. Stride con questo ritratto veloce ma convincente di una’Europa cristiana ingolfata dentro le spire più nefaste della “Dark age” per eccellenza, dove, tra le altre, in ambito medico si erano già spente le luci accese nei secoli passati dai grandi greci Ippocrate e Galeno, la fotografia di una Persia terra di scia, a suo modo illuminata, aperta, accogliente, saggia, sapiente.
Di più non serve raccontare (sebbene ci sia tanto di-più, inclusa una affascinante vena filosofica che fa da colonna sonora ideale all’intero percorso narrativo), anche perché il film bisogna vederlo e il libro leggerlo. Di sicuro “Der Medicus” si pone come un valido ammonimento (vedi per tutti il momento in cui Avicenna e Cole lottano contro la peste, o il momento del processo per blasfemia) per tutti coloro che incensano la superstizione, il credo religioso e bigotto e dimenticano la differenza che fanno nel nostro quotidiano e per il nostro quotidiano scienza e conoscenza. Nonché il dolore che produce l’ignoranza… quello fisico, ma non solo.
Rina Brundu
L’ho visto e mi è piaciuto moltissimo per tutti i motivi che elenchi e anche di più tipo la storia d’amore, la lettura per guarire e per amare e la follia delle scelte umane. Ciao,