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In morte dell’avvocato Angelo Contini. Amico. Poeta. Figlio di Aedo de Marghine.

di Rina Brundu.

È stato soprattutto negli ultimi dieci anni della nostra amicizia che io e Massimo Pittau abbiamo formato una sorta di circolo chiuso, impenetrabile da altri. Come abbiamo visto spesso, anche su questo sito, il professore non la mandava a dire se vi era qualcuno che tentava di entrare in questo club riservato senza ragione alcuna. In quei casi ricevevo immediatamente una lettera critica, pungente. D’altro canto, testarda come lui, non erano rare le volte in cui procedevo sempre seguendo solo il mio intendimento, salvo scoprire poi che Massimo Pittau aveva avuto ragione perché le sue osservazioni erano sempre meditate.

In realtà, in tutta quella decade, abbiamo fatto una sola vera eccezione nell’accettare membri esterni a tale particolare “circolo chiuso”, ed è quella che ha riguardato Angelo Contini, avvocato milanese nato a Borore, nonché compagno di classe del professore ai tempi del liceo, in quel di Nuoro. Angelo Contini era nato nel 1920, ed era di qualche mese più anziano di Massimo Pittau. Avrebbe compiuto cento anni il prossimo 20 novembre, proprio il giorno in cui ricorderemo la scomparsa del professore. Purtroppo però, il nostro amico se ne è andato meno di due settimane fa, lasciandomi dentro un altro dolore profondo: da don Pietro Vinante, a mio padre, a Massimo Pittau, allo stesso Angelo, in questi anni ho perso buona parte dei miei maestri di vita, di quei maestri il cui esempio e la cui forza, etica, capacità a tutto tondo, mi hanno sostenuto da bambina, da ragazza, da donna. Da entità intellettuale.

Peraltro Angelo ci ha lasciato proprio mentre ci occupavamo della sua seconda silloge, un lungo lavoro di revisione di tante sue poesie già pubblicate in Karthago Delenda[1], di altre nuove, e a cui teneva tantissimo. Un lavoro che, comunque, tutti noi che abbiamo amato Angelo porteremo a termine perché è giusto che sia così. L’ultima volta che l’ho incontrato di persona è stato nell’ottobre del 2018, il che ha coinciso con l’ultima volta in cui ho incontrato lo stesso professore.


[1] CONTINI A., Karthago Delenda. Il carme, Ipazia Books, 2017.

Ci vedemmo a Sassari in occasione di un premio che fu dato all’avvocato nel suo abito da poeta, in seguito alla pubblicazione di Karthago Delenda. Proprio come Massimo Pittau (che quella volta si rifiutò di venire a teatro), io odio tali manifestazioni patinate, fatte a bella posta per titillare l’ego, ossimoriche rispetto alle necessità d’intelletto, ma decisi di partecipare comunque: da un lato mi faceva piacere rivederli entrambi, dall’altro avrei chiesto ad Angelo Contini una lunga video intervista. E così fu. L’intervista si fece e ad oggi rappresenta un piccolo gioiello che parla della vita di un altro ragazzo figlio di Sardegna che, tra mille peripezie, in tempo di guerra, riuscì a terminare gli studi, diventare un avvocato conosciuto nella capitale lombarda, finanche ad affermare la sua essenza intellettuale e romantica in un contesto, come quello legale, che ci sembra sempre troppo distante da questi argomenti. Di fatto, così non è, perché a marcare la nostra essenza è il sentire del nostro spirito non l’inclinazione che seguiamo, qualunque essa sia, allo scopo di nutrire il corpo durante la nostra esistenza incarnata.

Angelo Contini era comunque figlio d’arte. Il padre, impiegato comunale in quel di Borore, usava il pen-name Aedo de Marghine per firmare le sue poesie in limba, per celebrare la sua arte. Un’arte che il figlio non ha mancato di ricordare e di omaggiare in Karthago Delenda.

Di Angelo Contini e delle sue poesie ne parleremo ancora su questo sito, mentre, per quanto mi riguarda, egli continuerà a vivere sempre in me, con me, amico caro, spirito cordiale, curioso.

Un abbraccio Angelo, dovunque tu sia io so di avere un altro… angelo, appunto, a guardia del mio camminare: adesso sono davvero tanti!

PS Non volendo mettere la foto originale in Rete, inserisco qui di seguito uno screenshot della fotografia che in quell’ottobre 2018 ritrasse Angelo Contini, Massimo Pittau e me stessa durante il nostro ultimo incontro, traendolo dal testo BRUNDU-FIGUS-MANIAS, Storia di Villanova Strisaili dalle origini ai nostri giorni, Ipazia Books, 2020, pag. 491, dove tale foto è stata pubblicata. Anche questa immagine è di fatto un altro piccolo… gioiello di Sardegna!