Sul Premio Nobel per la Pace 2018 a Nadia Murad e al Dr. Denis Mukwege. E sul Circo Barnum del magna-magna “culturale”.

Nadia Murad e il dr Denis Mukwege. Source images dailymail.co.uk
Forse non tutti sanno che il Premio Nobel per la Pace ha una storia non troppo degna. Tra i suoi improbabili “nominati” ci furono anche Stalin e Hitler. Come tanti altri “Premi”, il Nobel non fa eccezione, quando è necessario, quando può, si piega facilmente alla volontà del potentato di turno. Quest’anno però è difficile non concordare con i giudici che hanno voluto assegnare il Nobel per la Pace a Nadia Murad, già ragazza schiava degli uomini dell’Isis, e al Dr. Denis Mukwege che da tempo si impegna per aiutare le giovani africane vittime di stupri, specialmente nelle zone in guerra.
La storia della giovane Murad è così drammatica, che oggi, durante la cerimonia di premiazione, una delle principesse nordiche colà presenti, Mette-Marit, si è messa a lacrimare. Che il ciel non voglia! Che poi lacrimare è facile, riesce a farlo anche un plebeo. Ciò che un plebeo potrebbe non capire, invece, è come riescano a sposarsi questi racconti di ordinaria follia umana, con le tavole imbandite e l’opulenza esibita che si sono visti dopo la cerimonia di premiazione. Meglio ancora con lo sfarzo fine a se stesso, con la partecipazione della moglie avvocato trendy di George Clooney e un’infinità di altri soliti noti, assidui frequentatori di questi incontri-pregnanti che, chissà come mai, proprio in virtù della presenza di codesti infiniti morti di fama, riescono a trasformarsi in un altro attovagliamento qualunque.
C’è qualcosa di marcio in Danimarca. In Norvegia, anche in Svezia. Non lo dico solamente a causa della pagliacciata che è stata anche quest’ultimo evento che avrebbe meritato altro scenario, non lo dico per gli scandali torbidi che quest’anno hanno impedito la premiazione di un altro raccomandato della “letteratura” (peraltro questo è stato l’unico bonus offerto dalla non assegnazione di quel particolare Nobel), lo dico perché ormai anche questo Premio ambitissimo sta perdendo molta della sua credibilità, se l’ha mai avuta viste le datate “nomination” dei due criminali citati qui sopra.
Ci siamo abituati, si potrebbe forse dire. Del resto ormai non crediamo più in nulla. Eppure… eppure… non sarebbe proprio compito di questi “Eventi” contribuire a tenere vivo il sogno? Quale sogno? Quello che dovrebbe illuderci di come ci sia ancora qualcosa per cui valga lottare; quello che ci porterebbe a illuderci che la principessa stasera non era la bionda Mette-Marit, ma era davvero la Nadia Murad, e che ci garantirebbe che il ricordo delle tante “principesse” come lei, quelle che non sono mai riuscite a sfuggire la follia dei loro aguzzini, non sarà mai ingiuriato neppure dalla cacofonia di background prodotta da infinite posate d’oro utilizzate dal Circo Barnum del magna-magna.
Insomma, che facciano piangere non vi è dubbio! E poi hanno anche il coraggio di dire che Dylan non abbia avuto ragione a rifiutarsi di partecipare a simili sceneggiate: mirabile, invece! Grandissimo!
Rina Brundu

Urka!