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Filosofia dell’anima – Dal linguaggio del sito all’irriverenza di Feynman. E ancora sull’arresto del blogger russo Alexey Navalny.

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Richard Feynman (al centro), Robert Oppenheimer (a destra) nei laboratori Los Alamos durante il Progetto Manhattan

Qualche giorno fa, dopo aver postato uno scritto particolarmente infuocato, condito con una terminologia che prima di questa legislatura si sarebbe detta da taverna, ho avuto un momento di tentennamento: mi sono chiesta, tra le altre cose, se il “linguaggio” utilizzato non fosse troppo forte! Tengo anche a precisare, a salvaguardia della mia nomea, che tale attimo di rincoglionimento bigotto è durato un solo istante, che dello stesso non ne vado fiera, ma fare finta che non ci sia stato non servirebbe a nulla. Mi sto rincoglionendo? Sto invecchiando? Mi sono domandata subito dopo, anche se naturalmente le domande che tentavo con scaltrezza di evitarmi erano: non sarà invece che la carne è forte ma lo spirito è debole? Non sarà che sotto sotto anche tu sei come tanti di quei navigatori di Rosebud che hai cazziato a più riprese per l’inveterata abitudine a crescere un intelletto plagiato dall’indottrinamento? Piegato alle ragioni di una morale bigotta, di un perbenismo senza sostanza? I dubbi erano legittimi anche perché purtroppo (dico purtroppo perché se le avessi frequentate forse avrei avuto una vita più interessante) io sto alle taverne come un chierichetto cresimando sta alla corte di Caligola.

L’ho già detto, mi sono subito vergognata della mia scarsa tempra, tanto più che le scelte che ho fatto per il sito sono sempre state ponderate. Di sicuro ho sempre messo in primo piano il suo valore intrinseco che, nel mio ideale, doveva fare equazione con l’orizzonte d’intelletto che di pari passo stavo costruendo (sto costruendo) per me. Non ho difficoltà a scrivere che per raggiungere questo intento ho sacrificato tutto: ho sacrificato amicizie (punto ridicolo dato che io non ne ho mai avute e non intendo coltivarne da ora in poi), ho sacrificato autori (anche se in realtà da questo punto di vista non abbiamo perso niente, anzi!), ho sacrificato followers, ho sacrificato visite al sito, ho sacrificato anche la mia immagine nella percezione di un pubblico più vasto. In maniera quasi diogenica mi è sempre premuto solo una cosa: comprendere il mio metro, misurare la mia sostanza dentro, misurare quale potrà davvero essere la mia capacità di crescita intellettuale in questa seconda  parte della mia vita (non posso scrivere di crescita artistica perché io sto agli artisti sempre come quel chierichetto di cui sopra sta… and so on and so forth). Ovvero, a me è sempre e solo interessato capire se rispetto ad una sana e valida capacità intellettuale io ci sono o ci faccio. Non l’ho ancora capito, naturalmente. Non ho mai neppure capito perché sin da piccolissima abbia sempre avuto una predisposizione verso un dato modo di essere dello spirito, e so che passerà ancora molto tempo prima di capirlo. L’unico passo in avanti che ho fatto, credo, è l’avere compreso che è normale non avere ancora capito, che il percorso è ancora logicamente lungo…

Subito dopo quell’attimo di “tentennamento” descritto nell’incipit, mi è capitato pure di leggere questo straordinario aforisma di Richard Feynmann: “Studia intensamente ciò che ti interessa di più nella maniera più indisciplinata, irriverente e originale possibile”. Allora ho avuto certezza che il mio era stato meramente un problema di memoria, probabilmente di memoria stanca. Cioè mi sono semplicemente scordata di come tutti gli spiriti brillanti che io ammiro di più siano stati tanto irriverenti e tanto da taverna che al loro confronto le mie esternazioni “sentite”, le mie timide provocazioni su questo blog sono trillo di fringuello. Faccio riferimento quindi al solito Diogene, ai Thoreau, agli Wilde, agli innumerevoli altri spiriti scaltri che ho sempre incontrato e ammirato tra le pagine della letteratura mondiale, ma non solo…. che dire di Richard Feynman? Feynman è stato infatti un altro di quei grandissimi scienziati che davvero non riescono a separare il loro tratto indisciplinato, irriverente, originale, dalle necessità del loro spirito più attento e concentrato, mentre impegnato a risolvere i problemi più astrusi della scienza. Un geek d’altri tempi! Un geek senza controllo, basti ricordare la festa a cui partecipò vestito come la regina Elisabetta… Un geek che ha cambiato il mondo! Detto altrimenti, il cielo ci liberi dall’omologazione, dalla prostituzione dell’intelletto (ben più grave di quella fisica), dal perbenismo e dal bigottismo, sempre e comunque.

Non bisogna confondere però uno spirito irriverente con uno spirito coraggioso. Lo scrivo pensando al caso del blogger russo Alexey Navalny, arrestato nelle ultime ore in Russia per le sue esternazioni contro Putin. Il solo fatto che sia stato arrestato per le sue attività di blogging ci dice che c’é qualcosa che non va in quel Paese. Vero è però che io non conosco molto della storia di questo ragazzo, registro solo il fatto che starebbe scendendo nell’arena politica anche lui, o almeno questo è il mio understanding. Quando ti candidi a fare politica, una possibilità assolutamente lecita anche per un blogger di denuncia, perdi comunque una data credibilità rispetto a quelle che sono le tue ragioni per fare o per dire. Certo, il mio discorso è sicuramente più appropriato per una nazione occidentale che per la Russia di Putin, ma resta il fatto che c’é qualcosa di stonato e ancora non ho capito se Navaly sia uno spirito coraggioso, irriverente, o se abbia altre mire.

Detto questo che lo liberino subito: probabilmente avrà scritto contro Putin solo metà di quanto ho scritto io contro Renzi. E magari nel caso di Putin si tratta pure di esagerazione!

Rina Brundu


Dell’anima

Ma si può toccare?
Ti può mancare?
Può sfiorire?
Appassire?
Lentamente
Finire?
Ma si può sfiorare?
Magari con un dito
Come un sogno finito
Improvvisamente obliato
Dimenticato?

Ma si può toccare?
Ti può mancare?

20.01.2015

Un urlo tratto da “Poesie 2007 – 2016