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Filosofia dell’anima – Michele Emiliano: dal tacchino sul tetto al salto della quaglia? E sulla bruttissima apparizione di Matteo Renzi da Fazio: déjà vu!

turkey-1974663_960_720Davvero non si può chiudere la settimana di blogging senza parlare di Michele Emiliano. Che poi ne hanno parlato tutti, ma proprio tutti, e al solito si è sentito tutto e il contrario di tutto al punto che in realtà Emiliano appare ancora adesso un vero e proprio rebus. Per esempio, a dispetto delle numerose capriole multiple, anche un poco ridicole, che hanno accompagnato i suoi molteplici show durante la Direzione PD, insieme all’annuncio di volersi candidare e sfidare Renzi per la Segreteria, Emiliano ha fatto anche qualche dichiarazione che dà da pensare. E che fan ben sperare.

A questo proposito non si può non ricordare la determinazione con cui ha detto di voler testimoniare nell’ambito dell’indagine relativa al Caso Consip anche in relazione a quello che sarebbe un ben oliato quanto datato sistema di potere: chapeau! Tuttavia, la dichiarazione di Emiliano che ha più colpito la mia immaginazione è quando, durante un altro dei tanti talk-politici di La7, colui ha detto che gli piacerebbe nel corso della sua futura attività impegnarsi per “Restituire la libertà ai giornalisti. A tutti i giornalisti, non solo agli eroi!”. In altri tempi, avrei detto che un giornalista davvero degno di questo nome la sua libertà dovrebbe prendersela, ma vero è che questi sono tempi difficili per tutti e anche i giornalisti più integri deontologicamente hanno una famiglia da sfamare.

Ne deriva che qualsiasi politico che volesse impegnarsi per smantellare il malfatto renzistico, per restituire dignità a questa categoria di professionisti diventata negli ultimi tre anni un mero strumento di lotta politica nelle mani di alcuni scaltri editori impuniti, molto “interessati” e molto “impuri”, non può che essere sostenuto. Insomma, qualora Emiliano stesse decidendo davvero di dare una svolta sostanziale al disastroso percorso intrapreso dal PD nel 2014, non vedo perché gli elettori italiani di sinistra non debbano sostenerlo, non debbano dargli la loro fiducia… anche perché l’alternativa fa spavento al solo pensarla.

Ma in verità “l’alternativa” non è solamente spaventosa nel pensarla, di fatto questa sera, di ritorno da un viaggio stile back-to-the-future venti anni dopo, si è pure presentata con la solita faccia di bronzo tipica del peggior Matteo Renzi, nello studio del Fabio Fazio (Che tempo che fa, Rai3), sempre pronto a lisciare la corazza-tick del ducetto di Rignano “presidente”, pardon ex-presidente, di turno. Fortuna che però tutta la faccenda si è risolta in un  semplice caso di déjà-vu: del solito attacco a freddo (in questo caso contro Massimo D’Alema) già visto, della solita condiscendenza nei confronti del volere popolare (che purtroppo ha preferito il NO al Referendum, ma fortunatamente per noi, lui, Renzi, sarebbe comunque disposto ad accettare questo risultato), della solita incapacità di critica, della solita incapacità di entrare nel merito dei problemi, del solito distacco dai patemi del mondo, dei soliti slogan ripetitivi, noiosi, finanche insolenti a proposito dell’Italia che dovrebbe ripartire (o è già ripartita o sta ripartendo), del solito ignorare i tanti peccati di omissione commessi in tre anni di governo disastroso sotto qualsiasi prospettiva (specie economica, vedi le voci che vorrebbero il ministro Padoan più interessato alle dimissioni che a difendere gli interessi del suo Paese), del solito ignorare gli scandali di varia corrutela che fanno ombra al suo ex-governo, a lui stesso e ai suoi ex-ministri, del solito blaterare del nulla cosmico, del solito blaterare di risultati mai ottenuti sul piano del reale, del solito scagliarsi contro l’Europa, dei soliti attacchi infingardi contro gli avversari tutti, del solito tocco furbo, del solito parlare a nome di un’Italia antropomorfizzata che non lo vuole, che non lo riconosce come leader e dunque non si capirà mai a che titolo sta parlando. And so and so forth in una predica, in un sermone senza soluzione di continuità, in una cantilena immonda, infinita, inconcludente, logorroica, avvilente, sovvenzionata dai nostri soldi per buona grazia di un servizio pubblico televisivo da terzo mondo.

Ecco, davanti a questo spettro pseudo-politico terrificante, scagli la prima pietra il primo onest’uomo di sinistra che possa a cuor contento non sostenere persone come Michele Emiliano quando correreanno per la Segretario del partito, anche a dispetto dei suoi incomprensibili salti della quaglia dopo anni di tacchini bersaniani relegati sul tetto stile fattoria degli animali orwelliana vittima di una inarrestabile e definitiva caduta morale, etica e chi più ne ha più ne metta: sic!

Rina Brundu