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STOP ALLE VIOLENZE SU BAMBINE E BAMBINI IN SIRIA

siriaIn sei anni di guerra, i siriani hanno subito crimini di ogni genere: massacri, torture, bombardamenti, armi chimiche… Ma ce n’è uno che resta sotto silenzio: lo stupro dei bambini. Nelle carceri del regime, ai posti di blocco o durante le incursioni, le ragazze e i ragazzi dell’opposizione, i giovanissimi rivoluzionari, subiscono abusi nel caos e nell’impunità più totale.

#LA STORIA DI NORA, 11 ANNI
A maggio del 2011, Nora, undici anni, viene arrestata nei pressi di Daraa dai soldati dell’esercito di Bashar al Assad che cercavano suo padre. «Prendiamo in ostaggio sua figlia finché suo marito non si consegnerà», annuncia l’ufficiale a sua madre. Ma, benché il padre della bambina si sia costituito, lei è rimasta prigioniera per quarantacinque giorni insieme a quaranta donne e bambini.

Fin dal primo giorno della sua detenzione, a tutte le prigioniere sono state distribuite delle pillole. Alle più giovani sono anche state fatte delle iniezioni. Secondo le analisi cliniche effettuate dopo la liberazione di Nora, alla bambina sono stati iniettati degli ormoni. Lo scopo? Di certo, far perdere al suo corpo le ultime tracce dell’infanzia.

Il quarantesimo giorno di detenzione, infatti, i carcerieri ordinano a Nora e agli altri bambini di «tenersi pronti». I piccoli pensano che la loro liberazione sia vicina. Ma non è così. Nora viene condotta fuori dalla sua cella e spogliata da alcuni soldati che la fanno entrare in una stanza. Lì «un uomo dai capelli grigi», il direttore della base, nudo, la aspetta. «Mi ha presa. E mi ha violentata. Ha dormito con me», racconterà in seguito Nora a sua madre Fatima. La madre prosegue: «Le ha dato una piccola pillola gialla e le ha fatto un’iniezione nel braccio destro. L’ha colpita così forte che tutto le è girato intorno». L’indomani mattina, la bambina si risveglia in una sala per gli interrogatori. Ha le gambe coperte di sangue ed è circondata da diversi ufficiali. Nora non sa cosa le abbiano fatto questi altri uomini. Ma ricorda con grande precisione l’uomo che l’ha violentata.

#VIOLENZE ORGANIZZATE
«Ci sono prove che bambine e bambini di appena dodici anni subiscono violenze sessuali, tra cui la tortura fisica dei loro organi genitali e gli stupri»,
constata nel 2013 Save the Children, una delle più importanti organizzazioni internazionali, nel suo studio Childhood under Fire.

Nel 2014, in una pubblicazione del segretario generale dell’Onu sui bambini e il conflitto armato in Siria, i ricercatori non esistano ad affermare che «questa violenza [contro i bambini] servirebbe a umiliare, ferire, ottenere confessioni forzate o fare pressioni su un genitore affinché si consegni». Anche se il contesto può variare – incursioni nelle case, posti di blocco o galere di regime – la strategia rimane la stessa. Lo conferma l’ex direttore di un carcere: «A volte gli ordini sono letteralmente: ‘Trascinate questo individuo fuori da casa sua’. Se non c’è, si può prendere chiunque: la moglie, le figlie… E noi le tratteniamo finché il ricercato non viene a costituirsi». È quanto accaduto a Nora, la bambina di Daraa.

In Siria, lo stupro dei bambini – indistintamente maschi e femmine – è quindi diventato un’“arma” al servizio della macchina repressiva del regime. Una strategia attuata in modo deliberato, come dimostra l’inchiesta che abbiamo pubblicato su Internazionale.

In qualità di produttori e registi attivisti, poiché crediamo che tutti noi abbiamo la responsabilità di cambiare gli atteggiamenti e i sistemi che perpetuano l’impunità, e dato che finora il potere politico non si è dimostrato all’altezza, abbiamo deciso di lanciare il movimento ZERO IMPUNITY. Affinché questi crimini non restino impuniti, affinché non si ripetano.

#LA NOSTRA AZIONE: UN’INCHIESTA INDIPENDENTE DELL’ONU
Per creare le basi di un’azione giuridica internazionale, è necessario che l’Onu svolga la prima indagine indipendente dedicata specificamente alle violenze sessuali contro le bambine e i bambini in Siria.

MOBILITIAMOCI, FIRMATE LA PETIZIONE E CHIEDETE AL SEGRETARIO GENERALE DELL’ONU DI AGIRE. 

Questa petizione sarà consegnata a: