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Esteri – Bravo Armani che decide di vestire Melania, ma Trump non deve tirare troppo la corda e attenti alle fake-news liberal su di lui.

armaniSi legge che Armani avrebbe deciso di vestire Melania Trump per la cerimonia di insediamento alla Casa Bianca: viva la faccia, il senso del business ma anche una dirittura civile della sua maison che evidentemente non concede troppo al senso del politically-correct, trendy ma inconcludente, ancora imperante. Anzi, doppiamente bravo ad Armani, per le “palle” messe in campo, specie dopo che una serie di vip e vipetti (tra questi ultimi includo il gruppo italico d’antan Il Volo, che avrebbe rifiutato di cantare durante la stessa cerimonia che farà di Donald Trump il presidente degli USA in carica), si sono defilati e in nome di un non ben compreso senso etico hanno mostrato tutta la loro cafonaggine nei confronti di un presidente democraticamente eletto.

Detto questo viene difficile negare che i peccati di Donald Trump siano tanti. Fosse per me metterei primo tra tutti gli altri proprio l’avere esteso l’invito a cantare alla Casa Bianca al gruppo Il Volo, ma mi rendo conto che questa sarebbe una opzione soggettiva e non farebbe testo. Fuori da questo contesto, le questioni “peccaminose” restano comunque varie a avariate, a cominciare dall’avere messo in piedi una campagna presidenziale oggettivamente oscena nella sua apparente incapacità di mettere paletti ad una dialettica scadente e offensiva. Il vocabolario, è cosa nota, bisogna adeguarlo ai tempi, e questi tempi che vivivamo non sono completamente liberati come le verità-virtuali potrebbero far pensare. In realtà c’é ancora molta strada da fare verso una società completamente liberata soprattutto dal paraculismo di cui all’incipit.

A ben guardare però i peccati veniali che a mio modo di vedere ha commesso Trump durante la sua corsa alla Presidenza, cominciano a diventare quisquilie rispetto al trumpismo-in-carica che sembrerebbe delinearsi all’orizzonte. Premesso che contro Donald Trump e i suoi ci sono state rifilate molte “fake news” dalla Stampa “liberal”, la quale si agita come mai prima d’ora per screditarlo (per inciso si tratta della stessa Stampa “liberal” che si straccia le vesti in piazza contro le supposte bufale online), e dunque ogni informazione che lo riguarda andrebbe ricontrollata presso fonti più vicine alla futura Presidenza, resta notizia di queste ultime ore che il futuro presidente americano vorrebbe “limitare” i viaggi degli europei negli USA.

Ecco, se questa notizia fosse vera, e non fosse un’altra bufala tesa a sminuirne la figura, rientrerebbe proprio tra quel genere di notizie che potrebbero cominciare a formare il famoso faldone che, una volta riempito, determinerebbe a carico di Trump una situazione di impeachment: dubito molto, infatti, che gli americani lasceranno calpestare lo spirito di libertà e di accoglienza che ha sempre caratterizzato la loro nazione, senza colpo ferire. Ne dubito con la stessa forza con cui mesi fa dubitavo che gli italiani avrebbero permesso a Matteo Renzi e ai suoi di calpestare la nostra Storia e la nostra Costituzione: ci sono dei limiti oltre i quali nessuno può andare. In realtà, benché questi non siano i migliori tempi che si potrebbero desiderare, restano comunque i migliori tempi che l’umanità abbia mai vissuto e, a dispetto delle apparenze, vantano una loro etica civile sana e dignitosa, di cui andare moderatamente fieri.

Questo per dire che neppure Donald Trump può permettersi di tirare troppo la corda, piuttosto dovrebbe tentare di dimostrare di essere un Presidente migliore di quegli altri la cui politica non ha esitato a codannare senza possibilità d’appello, e dovrebbe cercare di dimostrarlo con i fatti oltre che con le parole. Per il momento però noi dobbiamo dargli tutta la fiducia, perché in questo modo si comporta chi sa vivere davvero il sentimento democratico, anche quando gli/le si rivolta contro, e non chi pretende di modellare la democrazia a sua immagine e somiglianza, o a immagine e somiglianza della sua etica “interessata”.

Rina Brundu