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Filosofia dell’anima – Halloween

macbethandbanquo-witchesdi Rina Brundu. Arriva il fine settimana di Halloween. Nessun’altra festa mi appartiene più di questa. La sento mia nell’anima. Sulla pelle. Nelle sue atmosfere incantate e nei suoi miti pagani, nelle sue leggende che raccontano l’universo dell’uomo spogliato dalle catene dai riti religiosi, da tutto ciò che incensa paradisi impossibili. Adoro le storie di streghe, di queste donne invecchiate, con le spalle piegate dai peccati e dall’esperienza, cariche di una sapienza antica, e proibita.

Durante la mia adolescenza fu un famoso incontro di streghe che decise il mio stesso destino: fu quando lessi delle tre fattucchiere, di Macbeth e di Banquo nell’uggiosa brughiera scozzese che decisi che avrei studiato letteratura inglese. L’anno scorso ho anche visitato il castello che si dice di quel re, in Scozia, e ho respirato quel paese straordinario che sento appartenere al mio spirito più di qualsiasi altra terra, forse più di quella Sardegna dove sono nata e di questa Irlanda dove ho sempre vissuto e che è la mia casa, che sarà per sempre la mia casa.

L’atmosfera di Halloween risveglia in me anche una qualche indole da raccontastorie, sebbene io non sia uno spirito-che-scrive di quel tipo. La mia scrittura è sega intellettuale, ogni elemento raramente denota ma connota cogitazioni elevate alle settima potenza e per questo incomprensibili ai più, destinate a restare per sempre circonlocuzione privata e senza fine nell’eterno discorso di capire cosa sono ancora prima di chi sono. Sì, ad Halloween mi vince l’atmosfera e mi costringe ad uscire dalla tana: come una trappola tesa ad animaletto incauto che già si sa non saprà vincere la propria curiosità.

Ma in fondo vivere è anche curiosare oltre il proprio spazio fisico. Per molti questa è una ovvietà: non per me che come la Cilestra di Elia resterei per sempre chiusa nei miei silenzi e mi farei cullare solo tra le uniche braccia che possono curare la mia anima. Perchè l’indole dell’anima non si svende: non si svende per raccontare storie che piacciono agli altri, per fare denaro, per omologarci, per avere likes e followers, per essere conosciuti. L’indole dell’anima è qualcosa che si può mutare anche solo e soltanto un poco e, come ci hanno insegnato i più grandi, alla fine ha invariabilmente la meglio su di noi, e a volte ricerca la vita, che è quella che gli altri chiamano morte, più della stessa aria che respira.

Di buono c’é che Halloween mi rende comunque felice, e anche quest’anno saranno tre giorni di atmosfere che impregneranno l’anima, più di quanto sia dato ai tanti durante un’intera esistenza.