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Viaggio nell’Italia della superstizione religiosa e dei diritti civili negati: dal prete anti-gay all’ostracismo contro i medici non obiettori fino all’inesistente diritto all’eutanasia.

dirittidi Rina Brundu. Viviamo tempi mediatici in cui le notizie italiane, quelle vere, quelle poche che non sono occhiello laudatorio nei confronti di questo o di quel membro della casta politica di turno, bisogna cercarle con il lanternino, soprattutto quando riguardano la salvaguardia e l’well-being dei nostri diritti imprescindibili e fondamentali, dei nostri diritti civili. Ma cercandole le si trova: a volta in forma di occhielli dimenticati come quelli proposti nella featured image di questo post (screnshot tratto dal sito corriere.it), a volte finanche “nascoste” sotto titoli a caratteri cubitali inneggianti alle gesta “eroiche” e bigotte di qualche ministro della Repubblica... e, purtroppo per noi, sono quotidiane.

Scrivo purtroppo perché tali “notizie” sono per lo più momenti che non si vorrebbero testimoniare, per tutti basti ricordare gli accadimenti di pochi mesi fa quando sulle home dei giornali italiani online campeggiava la fotografia del nostro ministro dell’Interno Angelino Alfano che faceva vanto dell’avere impedito la Stepchild Adoption. Sono invece fresche, freschissime di giornata le storie di altri preti incensanti al razzismo contra-gay da pulpiti religiosi, incensanti alla discriminazione metodica nei confronti del diverso. E sono sempre di queste ore le notizie del continuato ostracismo subito negli ospedali italiani dai medici non obiettori, un degradato status-quo che di fatto comporta la negazione del diritto all’aborto per le donne. Che dire poi delle campagne per il diritto all’eutanasia? Scordate, obliate, dimenticate, sepolte sotto montagne di retorica superstiziosa e bigotta e di silenzio colpevole e indifferente.

Lo sappiamo, quando si tratta di diritti civili noi non siamo la Svizzera e non potremmo mai esserlo: dietro di noi ci sono duemila anni di superstizione cattolica inneggiante all’ignoranza popolare e a tutti quei vizi più o meno capitali che derivano da tale status quo. Vero è però che noi, a differenza di tanti altri paesi meno fortunati, vedi le nazioni musulmane affacciate sul Mediteranneo, una qualche fortuna l’abbiamo avuta: abbiamo sperimentato un dato ’68, un’età di liberazione mentale e intellettuale, di rivolta contro il bigottismo, contro il perbenismo mentale e datato, contro l’ignoranza e la superstizione religiosa a tutti i costi: dov’é finita questa preziosa eredità culturale? Che fine ha fatto quell’intellighentzia che si batteva per difendere i nostri diritti imprescindibili? Finiti tutti a braccetto con la balena bianca creata dal governo Renzini come è il caso del fu Partito Radicale del fu Marco Pannella?

Diceva qualcuno che non si dovrebbe mai dare per scontato il grado di libertà che ci siamo guadagnati e mai come in questi tempi bui per la democrazia abbiamo compreso l’importanza di quesa grande verità. Il timore è per il futuro: andremo anche noi incontro a una reversione del processo che ha portato alla nostra liberazione intellettuale come è accaduto nei paesi arabi, o abbiamo ancora qualche anticorpo in grado di lottare per noi? Francamente guardando alle cose dell’italietta moderna ancora una volta “caught between a rock and a crazy place”, vale a dire eternamente indecisa se rendere maggior omaggio alle sottane religiose o a quelle politiche, questi anticorpi sembrano ben lontani dall’esistere o dal procurare alcun benefico effetto. Mentre domani sarà senz’altro un nuovo giorno, migliore del dopo…. domani e sicuramente peggiore di ieri.