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La traduzione integrale dell’epocale discorso del Vice Presidente Vance a Monaco. E la citazione di Giovanni Paolo II “Non abbiate paura”.

di Rina Brundu Eustace.

Nel tempo che mi resta da vivere ho spesso pensato che con un po’ di fortuna avrei potuto testimoniare qualche altro evento determinante per il futuro della nostra società: la rivoluzione quantistica, sia da un punto di vista tecnico che da una più complessa prospettiva filosofica (in Italia sarebbe un vero e proprio miracolo!), finanche un mondo pacificato in cui ogni essere incarnato possa vivere sereno e coltivare speranza, e persino… perché no? Un primo contatto alieno con una grande civiltà intergalattica. Si tratta di opzioni in fondo possibili, quasi fattibili mercé l’attuale sviluppo tecnologico.

Mai però… e dico MAI… avrei pensato che un giorno le mie orecchie avrebbero ascoltato un discorso come quello tenuto qualche giorno fa dal Vice Presidente Americano Vance durante la Munich Security Conference.

L’Italia è attualmente al 46simo posto per la libertà di espressione e di parola nel mondo, e tanti Italiani non potranno mai ascoltare né leggere le parole del VP Vance. Alla meno peggio potranno riceverne una versione edulcorata ed editata dalla redazione asservita di turno. Ma se io voglio fare onore alla mia vita già vissuta, nonché a quella spinta profondamente intellettualizzante con cui sono nata, io ho il dovere di mettere a disposizione questo discorso – in maniera integrale – anche nella mia lingua natia.

Personalmente, ritengo che le parti più interessanti riguardino la libertà di espressione, la libertà di parola, la lotta alla censura che su questo sito combattiamo da sempre, portando con orgoglio sul petto le ferite subite durante questa guerra infinita. Personalmente, concordo meno con il VP Vance sul discorso sull’immigrazione perché ritengo che nessuno mai debba essere privato della speranza di un altrove dove vivere e prosperare… e certamente non metterò mai in discussione il diritto all’aborto, né sosterrò la preghiera a inesistenti divinità, ma diversamente dalle redazioni giornalistiche (si fa per dire) italiche, io non taglierò alcuna parte del discorso del Vice Presidente.

Un discorso straordinario, un discorso eloquente, una grande capacità oratoria… insomma, un discorso… to-remember.

Un discorso difficile e raro per cui essere davvero grati.

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VICE PRESIDENTE JD VANCE: Allora… grazie, e grazie a tutti i delegati, luminari e professionisti dei media qui riuniti, e grazie soprattutto ai padroni di casa della Conferenza sulla sicurezza di Monaco per avere saputo organizzare un evento così incredibile. Siamo, ovviamente, entusiasti di essere qui, siamo felici di essere qui, e una delle cose di cui volevo parlare oggi sono, ovviamente, i nostri valori condivisi; come già detto, è fantastico essere di nuovo in Germania.

Sono stato qui l’anno scorso come senatore degli Stati Uniti, ho visto il ministro degli Esteri David Lammy e ho celiato con lui dicendo che entrambi prima avevamo lavori diversi da quelli che abbiamo adesso, ma ora è il momento per tutti i nostri paesi, per tutti noi che abbiamo avuto la fortuna di ricevere potere politico dai nostri rispettivi popoli per usarlo saggiamente per migliorare le loro vite; voglio anche aggiungere che fortunatamente ho potuto trascorrere un po’ di tempo in giro, fuori dalle mura di questa conferenza nelle ultime 24 ore, e sono rimasto così colpito dall’ospitalità della gente, anche mentre si stavano riprendendo dall’orrendo attacco subito ieri.

In realtà, la prima volta che sono stato a Monaco è stato con mia moglie, che è qui con me oggi per un viaggio personale, e ho sempre amato la città di Monaco, ho sempre amato la sua gente; voglio solo dire che siamo molto commossi, e i nostri pensieri e le nostre preghiere sono con Monaco e tutti coloro che sono stati colpiti dal male inflitto a questa bellissima comunità. Vi pensiamo, preghiamo per voi e sicuramente faremo il tifo per voi nei giorni e nelle settimane a venire.

(NDT: applauso del pubblico presente)

Spero che questo non sia l’ultimo applauso che riceverò. Ovviamente, ci ritroviamo in questa conferenza per discutere di sicurezza, che normalmente intendiamo come le minacce alla nostra sicurezza esterna. Vedo molti grandi leader militari riuniti qui oggi, ma mentre l’amministrazione Trump è molto preoccupata per la sicurezza europea e crede che si possa arrivare a un accordo ragionevole tra Russia e Ucraina, e crediamo anche che sia importante nei prossimi anni che l’Europa si faccia avanti in grande stile per provvedere alla propria difesa, la minaccia che mi preoccupa di più nei confronti dell’Europa non è la Russia, non è la Cina, non è nessun altro attore esterno.

Ciò che mi preoccupa è la minaccia dall’interno, l’allontanamento dell’Europa da alcuni dei suoi valori più fondamentali, valori condivisi con gli Stati Uniti d’America.

Mi ha colpito che un ex commissario europeo sia andato di recente in televisione e sia sembrato felice che il governo rumeno avesse appena annullato un’intera elezione. Ha pure avvertito che se le cose non fossero andate secondo i piani, la stessa cosa potrebbe accadere anche in Germania.

Queste dichiarazioni sprezzanti sono scioccanti per le orecchie americane. Per anni ci è stato detto che tutto ciò che finanziamo e sosteniamo è in nome dei nostri valori democratici condivisi. Tutto, dalla nostra politica ucraina alla censura digitale, viene presentato come una difesa della democrazia.

Ma quando vediamo i tribunali europei annullare le elezioni e alti funzionari minacciare di annullarne altre, dovremmo chiederci se ci stiamo attenendo a standard adeguatamente elevati. E parlo al plurale perché fondamentalmente credo che siamo nella stessa squadra. Dobbiamo fare di più che parlare di valori democratici, dobbiamo viverli.

A memoria di molti di voi presenti in questa sala, la Guerra Fredda ha posizionato i difensori della democrazia contro forze molto più tiranniche in questo continente. Riflettiamo sulla fazione che in quella lotta ha censurato i dissidenti, ha chiuso le chiese, ha annullato le elezioni. Erano i bravi ragazzi? Certamente no.

Ma grazie a Dio hanno perso la Guerra Fredda. Hanno perso perché non hanno né apprezzato né rispettato tutte le straordinarie benedizioni della libertà. La libertà di sorprendere, di sbagliare, di inventare, di costruire. A quanto pare, non si può imporre l’innovazione o la creatività così come non si può forzare le persone su cosa pensare, cosa sentire o cosa credere.

Noi crediamo che queste cose siano certamente collegate. Sfortunatamente, quando guardo all’Europa oggi, a volte non è così chiaro cosa sia successo ad alcuni dei vincitori della Guerra Fredda. Guardo a Bruxelles, dove i commissari europei avvertono i cittadini che intendono chiudere i social media durante i periodi di disordini civili nel momento in cui individuano ciò che giudicano essere, cito, “contenuti che incitano all’odio”. Guardo al mio Paese, dove la polizia ha effettuato raid contro cittadini sospettati di pubblicare commenti antifemministi online come parte, cito, della “lotta alla misoginia su Internet, una giornata di azione”.

Penso alla Svezia, dove due settimane fa il governo ha condannato un attivista cristiano per aver partecipato ai roghi del Corano che hanno provocato l’omicidio del suo amico. Come ha osservato in modo agghiacciante il giudice, nel suo caso le leggi svedesi che presumibilmente proteggono la libertà di espressione, in realtà non concedono, e sto citando, “un lasciapassare gratuito per fare o dire qualsiasi cosa senza rischiare di offendere il gruppo che sostiene quella convinzione”.

E, cosa forse più preoccupante, guardo ai nostri carissimi amici nel Regno Unito, dove l’allontanamento dai diritti di coscienza ha messo nel mirino le libertà fondamentali dei cittadini britannici in particolare. Poco più di due anni fa, il governo britannico ha accusato Adam Smith-Connor, un fisioterapista di 51 anni e veterano dell’esercito, dell’atroce crimine di essersi fermato a 50 metri da una clinica per aborti e di aver pregato in silenzio per tre minuti.

Non ostacolava nessuno, non interagiva con nessuno, pregava semplicemente in silenzio per conto proprio. Dopo che le forze dell’ordine britanniche lo hanno individuato e gli hanno chiesto per cosa stesse pregando, Adam ha risposto semplicemente che era a nome del figlio non ancora nato che lui e la sua ex ragazza avevano abortito anni prima.

Gli ufficiali non si sono mossi. Adam è stato giudicato colpevole di aver infranto la nuova legge del governo sulle zone cuscinetto, che criminalizza la preghiera silenziosa e altre azioni che potrebbero influenzare la decisione di una persona entro 200 metri da una struttura per aborti. È stato condannato a pagare all’accusa migliaia di sterline in spese legali.

Vorrei poter dire che si è trattato di un caso raro, un folle esempio unico di una legge scritta male emanata contro una singola persona.

Ma non è così. Lo scorso ottobre, solo pochi mesi fa, il governo scozzese ha iniziato a distribuire volantini ai cittadini le cui case si trovavano all’interno delle cosiddette zone di accesso sicuro, avvertendoli che anche la preghiera privata all’interno delle proprie case può equivalere a infrangere la legge. Il governo ha invitato i lettori a denunciare tutti i concittadini sospettati di reati di pensiero. In Gran Bretagna e in tutta Europa, temo, la libertà di parola sia in ritirata.

L’aspetto comico, amici miei, da denunciarsi anche nell’interesse della verità, è che debbo ammettere che a volte le voci più forti a favore della censura non sono arrivate dall’Europa, ma dal mio paese, dove la precedente amministrazione ha minacciato e costretto le società di social media a censurare la cosiddetta disinformazione. Disinformazione…, come, ad esempio, l’idea che il coronavirus fosse probabilmente trapelato da un laboratorio in Cina. Il nostro stesso governo ha incoraggiato le aziende private a mettere a tacere le persone che osavano pronunciare quella che si rivelò essere una verità ovvia.

Quindi vengo qui oggi non solo per parlare, ma con un’offerta. Proprio come l’amministrazione Biden sembrava tentare disperatamente di mettere a tacere le persone che esprimevano la propria opinione, così l’amministrazione Trump farà esattamente il contrario, e spero che potremo lavorare insieme su questo. A Washington c’è un nuovo sceriffo in città e, sotto la guida di Donald Trump, potremmo non essere d’accordo con le vostre opinioni, ma lotteremo per difendere il vostro diritto di discuterle sulla pubblica piazza, che ci piaccia o meno.

Al momento la situazione è diventata così grave che lo scorso dicembre la Romania ha annullato i risultati delle elezioni presidenziali, sulla base dei deboli sospetti di un’agenzia di intelligence e dell’enorme pressione dei suoi vicini continentali.

Da quanto ho capito, la tesi era che la disinformazione russa avesse infiltrato le elezioni rumene.

Chiederei ai miei amici europei di mettere tutto in prospettiva. Si può credere che sia sbagliato che la Russia acquisti pubblicità sui social media per influenzare le vostre elezioni. Certamente! E possiamo anche condannarli sulla scena mondiale.

Ma se la vostra democrazia può essere distrutta con poche centinaia di migliaia di dollari di pubblicità digitale spesi da un paese straniero, allora significa che non era abbastanza forte in partenza.

La buona notizia è che ritengo che le vostre democrazie siano sostanzialmente meno fragili di quanto molte persone apparentemente temono, e credo davvero che consentire ai nostri cittadini di esprimere la propria opinione le renderà ancora più forti. Il che ovviamente ci riporta a Monaco, dove gli organizzatori di questa stessa conferenza hanno vietato ai legislatori che rappresentano i partiti sia di sinistra che di destra di partecipare a queste conversazioni.

Ancora una volta, non dobbiamo essere d’accordo con tutto o niente di quello che dice la gente, ma quando le persone rappresentano, quando i leader politici rappresentano un collegio elettorale importante, dobbiamo almeno partecipare al dialogo con loro.

A molti di noi che stiamo sull’altro lato dell’Atlantico, sembra sempre più che interessi radicati si nascondano dietro brutte parole dell’era sovietica come disinformazione e mancanza di informazione, interessi ai quali non piace l’idea che qualcuno con un punto di vista alternativo possa esprimere un’opinione diversa o, Dio non voglia, votare in un modo diverso o, peggio ancora, vincere un’elezione.

Questa è una conferenza sulla sicurezza e sono sicuro che siete venuti tutti qui preparati a parlare di come intendete aumentare la spesa per la difesa nei prossimi anni in linea con qualche nuovo obiettivo. Ciò è ottimo perché, come il presidente Trump ha ampiamente chiarito, ritiene che i nostri amici europei debbano svolgere un ruolo più importante nel futuro di questo continente. Non stiamo parlando, come spesso si sente, di una condivisione degli oneri, ma riteniamo che una parte importante dell’essere insieme in un’alleanza condivisa sia che gli europei si facciano avanti mentre l’America si concentra su aree del mondo che sono in grande pericolo.

Permettetemi questa domanda: come potremo iniziare a riflettere sulle diverse questioni relative al budget se non sappiamo in primo luogo da cosa ci stiamo difendendo? Ho già sentito tanto nelle conversazioni che ho avuto, e ne ho avute molte, molte conversazioni interessanti con diverse persone riunite qui in questa stanza. Ho sentito molto su ciò che vi serve per difendervi, e ovviamente questo è importante.

Ma ciò che mi è sembrato un po’ meno chiaro, e certamente lo è anche per molti cittadini europei, è da cosa esattamente vi state preparando a difendervi.

Qual è la visione positiva che anima questo patto di sicurezza condiviso che tutti riteniamo così importante? Credo profondamente che non ci possa essere sicurezza se si ha paura delle voci, delle opinioni e delle coscienze che guidano i vostri popoli. L’Europa si trova ad affrontare molte sfide, ma la crisi che questo continente si trova ad affrontare in questo momento, la crisi che credo stiamo affrontiamo tutti insieme, l’abbiamo creata noi. Se correte per timore di essere inseguiti dai vostri stessi elettori, non c’è niente che l’America possa fare per voi, né del resto c’è qualcosa che voi potete fare per il popolo americano che mi ha eletto ed ha eletto presidente Trump.

Abbiamo bisogno di mandati democratici per realizzare qualcosa che valga nei prossimi anni.

Non abbiamo imparato nulla dal fatto che i mandati sottili producono risultati instabili?

Di contro, può venire grande valore aggiunto con il tipo di mandato democratico che ritengo derivi da una maggiore sensibilità alle voci dei cittadini. Se volete godere economie competitive, se volete avere energia a prezzi accessibili e catene di approvvigionamento sicure, allora avete bisogno di mandati per governare, perché dovrete fare scelte difficili per godere di tutte queste cose, e ovviamente ciò lo sappiamo molto bene anche in America.

Non potete ottenere un mandato democratico censurando i vostri avversari o mettendoli in prigione, che si tratti del leader dell’opposizione, di un umile cristiano che prega a casa sua o di un giornalista che cerca di riportare una notizia. Né puoi ottenerne uno ignorando il tuo elettorato di base su questioni come chi può far parte della nostra società globale.

Tra tutte le sfide urgenti che le nazioni qui rappresentate devono affrontare, credo che non ci sia nulla di più urgente delle migrazioni di massa. Oggi, quasi una persona su cinque che vive in questo paese si è trasferita qui dall’estero. Si tratta, ovviamente, del massimo storico. Anche negli Stati Uniti abbiamo numeri simili, pure lì abbiamo un massimo storico. Il numero di immigrati entrati nell’UE da paesi extra-UE è raddoppiato tra il 2021 e il 2022, e da allora è naturalmente aumentato.

Come sappiamo la situazione non si è materializzata dal nulla. È il risultato di una serie di decisioni consapevoli prese dai politici di tutto il continente e da altri in tutto il mondo nell’arco di un decennio. Abbiamo visto ieri, proprio in questa città, gli orrori provocati da queste decisioni.

Naturalmente, non posso ritornare sull’argomento senza pensare alle vittime a cui è stata rovinata una bellissima giornata invernale a Monaco. I nostri pensieri e le nostre preghiere sono con loro e rimarranno con loro.

Ma perché è successo questo dramma in primo luogo? È una storia terribile, ma è una storia che abbiamo sentito troppe volte in Europa e, sfortunatamente, anche negli Stati Uniti. Un richiedente asilo, un giovane sui venticinque anni, già noto alla polizia, si schianta con un’auto sulla folla e distrugge una comunità.

Quanti di questi terribili incidenti dovremo soffrire prima che si riesca a cambiare rotta e si possa far virare il nostro credo civile condiviso in una nuova direzione? Nessun elettore in questo continente si è recato alle urne per aprire le porte a milioni di immigrati non controllati.

Sapete per cosa hanno votato? In Inghilterra hanno votato per la Brexit e, piaccia o non piaccia, hanno votato a favore. E sempre più in tutta Europa votano per leader politici che promettono di porre fine all’immigrazione fuori controllo.

Confesso di essere d’accordo con molte di queste preoccupazioni, ma voi non dovete essere d’accordo con me. Penso solo che le persone abbiano a cuore la propria casa, abbiano a cuore i propri sogni, abbiano a cuore la propria sicurezza e la propria capacità di provvedere a se stessi e ai propri figli.

E sono intelligenti. Ritengo che questa sia una delle cose più importanti che ho imparato nel mio breve periodo in politica. Contrariamente a quanto potreste sentire oltre le montagne di Davos, i cittadini di tutte le nostre nazioni generalmente non si ritengono animali istruiti o ingranaggi intercambiabili di un’economia globale.

Non sorprende dunque che non vogliano essere trascurati o costantemente ignorati dai loro leader. È compito della democrazia pronunciarsi su queste grandi questioni nelle urne. Credo che licenziare le persone, respingere le loro preoccupazioni o, peggio ancora, chiudere i media, bloccare le elezioni o escludere le persone dal processo politico, non protegga nulla. In realtà, è il modo più sicuro per distruggere la democrazia.

Parlare apertamente ed esprimere opinioni non è un’interferenza elettorale, anche quando le persone esprimono opinioni al di fuori del proprio paese e anche quando quelle persone sono molto influenti. Credetemi, lo dico con goliardia, se la democrazia americana può sopravvivere a dieci anni di rimproveri di Greta Thunberg, voi ragazzi potete sopravvivere qualche mese di Elon Musk.

Ma ciò che nessuna democrazia, americana, tedesca o europea, sopravviverà è dire a milioni di elettori che i loro pensieri e preoccupazioni, le loro aspirazioni, le loro richieste di aiuto non sono valide o non meritano nemmeno di essere prese in considerazione. La democrazia si basa sul sacro principio secondo cui la voce del popolo conta. Non c’è spazio per i firewall. O rispetti il ​​principio oppure no.

Gli europei, i popoli, hanno voce in capitolo. I leader europei possono scegliere. Sono fermamente convinto che non dobbiamo avere paura del futuro. Potete abbracciare ciò che vi dice la vostra gente, anche quando è sorprendente, anche quando non siete d’accordo.

Se lo farete, potrete affrontare il futuro con certezza e fiducia, sapendo che la nazione è dietro ognuno di voi. Questa, per me, è la grande magia della democrazia. Non è in questi edifici in pietra o negli splendidi hotel. Non è nemmeno nelle grandi istituzioni che abbiamo costruito insieme come società condivisa. Credere nella democrazia significa capire che ciascuno dei nostri cittadini ha saggezza e ha voce in capitolo.

Se ci rifiutiamo di ascoltare quella voce, anche le nostre battaglie di maggior successo serviranno a ben poco. Come disse una volta Papa Giovanni Paolo II, a mio avviso uno dei più straordinari paladini della democrazia in questo continente e in qualsiasi altro: “Non abbiate paura”. Non dovremmo avere paura dei nostri cittadini, anche quando esprimono opinioni in disaccordo con la loro leadership. Grazie a tutti.

Buona fortuna a tutti voi. Dio vi benedica.