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Giorgia Meloni e il DOVERE di ricandidarsi

di Rina Brundu Eustace.

Un paio di settimane fa abbiamo letto da qualche parte che il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni starebbe ancora riflettendo sull’opportunità di una sua ricandidatura alle prossime Politiche. La capacità di fermarsi a pensare e a riflettere è senz’altro dote notevole delle persone serie. Avendone seguito il percorso politico dopo la sua elezione, ci è facile comprendere anche il perché della possibile titubanza di Giorgia. Da quel fatidico 25 settembre 2022, infatti, noi che l’abbiamo votata le abbiamo testimoniate tutte: abbiamo dovuto testimoniare la ridicolissima opposizione sinistrica che dei diritti delle donne ha fatto sempre trombetta (i.e. in genere, prima e dopo Togliatti le donne a sinistra di Nostro Signore diventavano qualcuno in virtù del letto che frequentavano), correre a eleggere un Segretario femmina a trazione svizzera per non sfigurare troppo (povero Berlinguer, che al monte Brè preferiva il Gennargentu!); abbiamo dovuto testimoniare l’Italietta pseudo-intellettuale che le dava (a LEI, Giorgia) della “st***za” senza renderne conto a nessuno, un fattore tanto più fastidioso dato che si sta parlando di una moderna nazione in cui il cittadino comune può essere ancora accusato di crimini medievali e beceri quali il cosiddetto vilipendio al Presidente della Repubblica, ovvero a una carica non eletta direttamente dal popolo; abbiamo dovuto testimoniare le ripetute offese da LEI ricevute sulla carta… stampata da oligarchie di potere che evidentemente soffrono il cambio d’aria a Palazzo Chigi (per inciso, si sta parlando di quelle stesse oligarchie italiche che proprio in questi giorni pressano i loro scagnozzi alla scrittura di ridicolissimi editoriali contro le oligarchie tech schierate con Trump); abbiamo dovuto testimoniare le tantissime ingiurie e i moltissimi oltraggi indirizzati a LEI, Giorgia, su blog e giornaletti di infima specie, fatti esistere da morti di fama e da “artisti” il cui unico talento è stato quello di vincere una corsa tra spermatozoi evidentemente truccata… and so and so forth.

Proprio così: in silenzio noi che l’abbiamo votata abbiamo dovuto testimoniare tutto questo e molto altro ancora, ma forse è arrivato il momento di esporsi, forse è arrivato il momento di… dire qualcosa. Naturalmente, quel “qualcosa” non lo diciamo alle maschere grottesche appena descritte, a codesti incubi ricorrenti parto immondo del mostro liberal-progressista costruito nell’Italia pseudo-democratica post-seconda guerra mondiale, non lo diciamo agli zombie politico-mediatici determinati a insultare la nostra intelligenza ad infinitum, ma lo diciamo direttamente a LEI, gentile Presidente del Consiglio. E – purtroppo – ciò che dobbiamo dirle è: cara Giorgia, se ama la sua nazione come suole ripetere ad ogni occasione propizia, LEI non può concedersi il lusso di fermarsi a riflettere se ricandidarsi o meno, LEI HA IL DOVERE DI RICANDIDARSI.

Perché se LEI non si candiderà l’armata brancaleone di cui sopra ritornerà: ritorneranno gli orchi politici che abbiamo patito tra il 2014 e il 2022, ritorneranno i loro lackey giornalistici, ritornerà il loro pseudo-intellettualismo interessato, ritornerà tutto il marcio che usava toglierci finanche la speranza.

Caro Presidente, lo ribadiamo una volta di più, LEI HA IL DOVERE DI RICANDIDARSI, qualunche altra opzione sarebbe un alto tradimento della fiducia che oggi le danno gli Italiani, sarebbe comportarsi alla stregua del capitano che abbandona la nave in procinto di affondare, sarebbe un gesto semplicemente… imperdonabile. A buon intenditor… buon lavoro!

PS: E per la fine delle passerelle istituzionali di tipo insano-moralistico, grazie Jannik Sinner! Continua così, continua a rappresentare nel mondo un’Italia finalmente sanata, matura, svecchiata, capace, orgogliosa, che non ha bisogno di didascalismo retorico per esistere come tale!