Halloween 2017 – La vendetta del fantasma di Tu Po e il filosofo Mo Tzu
Yanluo, imperatore infernale
Halloween si avvicina e come ho sempre detto io adoro Halloween. Adoro anche le storie di fantasmi, sia perché credo fermamente nella sopravvivenza della nostra energia in altra dimensione e in fase post-mortem, sia perché amo le storie di vita e dunque mi affascina la possibile ideale continuazione di quelle storie… I cinesi sono maestri in tante cose, anche nel raccontare storie di fantasmi. Di mio, stravedo per la storia di Tu Po: credo infatti che io farei proprio come lui, no doubts about that! Enjoy!
Racconta una leggenda cinese che l’imperatore King Xuan di Zhou (827-783 aC), giustiziò il suo ministro Tu Po ingiustamente, accusandolo di crimini che non aveva commesso, e nonostante il fatto che Tu Po avesse giurato di tornare da morto per vendicarsi.
Ma in realtà Tu Po fece molto di più che infestare la casa dell’imperatore. Tre anni dopo la sua morte, un fantasma armato d’arco e frecce, che assomigliava molto a Tu Po, si presentò davanti a Xuan e alla corte di nobili feudatari riuniti e uccise l’imperatore con una freccia scagliata direttamente al cuore.
Si narra che il filosofo cinese Mo Tzu (470-391 aC) commentò questa leggenda dicendo: “Se sin dai tempi più remoti a oggi, ci sono persone che dicono di avere visto dei fantasmi e di averne sentito le loro voci, perché dobbiamo dire che non esistono? Se nessuno li avesse visti né sentiti, come avremmo potuto dire che esistono? Coloro che negano l’esistenza di codesti spiriti dicono: “Molti sostengono di avere visto e sentito i fantasmi, ma le loro testimonianze non concordano, dobbiamo accettarle lo stesso?”, e io dico “Se noi abbiamo fatto spesso affidamento su ciò che gli altri hanno visto e sentito, dobbiamo farlo anche con la storia di Tu-Po e accettarla”.
NB – Le considerazioni del maestro Mo-Tzu sono tratte da “The Ethical and Political Works of Motse [Mo-tzu] Book VIII, Chapter XXXI “On Ghosts (III) Electronic republication of the translation by W. P. Mei (London: Probsthain, 1929) Retrieved December 19, 2006”, la traduzione è l’acconciamento della storia sono miei. Un’altra fonte è Live-Science.