LA BARBA DI DIOGENE, Dublin (EIRE) – 22 Years Online. Leggi l'ultimo pezzo pubblicato...

Le barriere della democrazia

di Michele Marsonet.

Si può, in nome della democrazia, mettere fuori legge un partito che ha ricevuto un largo consenso nelle urne? Non è una questione di lana caprina, come testimoniano numerosi e recenti episodi avvenuti in alcuni Paesi dell’Unione Europea.
Ha suscitato per esempio ampio clamore la decisione di dichiarare la AFD (Alternative für Deutschland) partito in grado di rappresentare una minaccia per il sistema democratico. Il motivo principale è noto: la AFD è considerata una formazione politica con simpatie naziste.
La cosa sarebbe poco importante se il partito potesse contare su un bacino elettorale ristretto, e invece non è così. Nelle ultime elezioni politiche la AFD è diventata la seconda formazione politica tedesca, e addirittura la prima in molte delle regioni orientali che un tempo costituivano la DDR, vale a dire la ex Germania comunista satellite della defunta Unione Sovietica.

Chi giudica con favore tale decisione, che potrebbe condurre all’esclusione permanente della AFD dalle prossime elezioni tedesche, fa rilevare che se ai tempi della Repubblica di Weimar il partito nazionalsocialista capeggiato da Adolf Hitler fosse stato messo al bando, la Germania si sarebbe risparmiata una vera e propria crisi di civiltà.
Non tutti, però, concordano. La Commissione europea appoggia una simile strategia, così come i partiti attualmente in maggioranza a Bruxelles. Ancora più interessante la contrarietà di Donald Trump e della sua amministrazione. Secondo il vicepresidente Usa J.D. Vance la Germania, adottando questa linea, consente di escludere parte dell’opposizione dai processi elettorali, diventando così una “tirannia mascherata”. Il tema è assai difficile da trattare, anche perché in Romania, Francia e Spagna alcuni partiti di opposizione rischiano di fare la stessa fine delle AFD tedesca