Modelli etici. L’apolide e anti-influencer Jannik Sinner vola alto sulla “terra di mezzo”.

di Rina Brundu.
Credo sia dai tempi di Alberto Tomba che non si vedeva un fenomeno dello sport italiano capace di farsi simbolo internazionale di qualità atletica a tutto tondo. Tuttavia, nell’aftermath della sua vittoria al torneo 2024 di Rotterdam, non è dello sportivo Jannik Sinner che occorre parlare, ma del ragazzo Sinner e del futuro uomo Sinner, nonché dell’esempio etico che questo campione sta dando.
Chi segue il tennis professionistico sa bene che i migliori atleti di questo sport vivono in una sorta di universo parallelo e sono fondamentalmente degli apolidi. Alla maniera delle top-model anni ’80, muovono in gruppo da un punto del globo all’altro macinando chilometri e incamerando milioni, al punto che parafrasando un famoso detto di una di quelle modelle, molto probabilmente non si alzano la mattina e non partecipano ad un torneo se il premio in palio non è di almeno due o tre milioni di euro. Così va il mondo, diceva Dryden, e se così è un motivo ci sarà. Certo è però che neppure tutta la ricchezza del globo terracqueo può fare un uomo stupido se costui non lo è di suo. Abbiamo diversi esempi storici che testimoniano questo assioma, Benjamin Guggenheim über alles,. Cronologicamente parlando il giovane Sinner sembra davvero l’ultimo della serie.
Da un punto di vista sportivo Jannik potrebbe anche essere considerato il primo di una nuova specie; una sorta di cyborg che ci ricorda come tutto evolva nello spazio-tempo e che, malgrado le difficoltà, evolve anche la specie umana. Analizzare le ultime performance tennistiche di questo campione è insomma esercizio molto utile per capire come sarà la società del futuro abitata da super-uomini e da super-donne. Ciò che fa la differenza è che con Sinner abbiamo finalmente una possibilità di speranza che tale inevitabile evoluzione possa anche essere di tipo etico.
Dopo la memorabile vittoria di Jannik agli Open di Australia – un torneo che quest’anno è stato seguito da più di due miliardi di persone – e che ha catapultato questo ragazzo all’attenzione del mondo, gli Italiani hanno vissuto una sorta di febbraio nero. Tra le oscenità che ha portato seco questo mese corto quanto basta, è sufficiente ricordare quel tanto ridicolo quanto anacronistico carnevale mediatico chiamato Festival di Sanremo. Ciò che ha colpito di più di quest’ennesimo disgraziato periodo patinato, non sono neppure gli innumerevoli scandali che lo hanno costellato – e, tra tali scandali, la spavalda determinazione con cui è stato imposto l’ennesimo vincitore spiro-tanto-sentimento alla faccia di chi pagava per dire la sua -, ma soprattutto la maniera oscena con cui il primo telegiornale del nostro Servizio Pubblico si è trasformato, da quel tempo in poi, nell’ufficio marchettaro privilegiato per tali attività patinate.
D’accordo, sono passati i tempi in cui ci si informava coi tg1, tg2, tg3 e compagnia cantante (pun intended), ma se non mi sbaglio in Italia si paga ancora il canone per questo tipo di televisione. Pensa tu: si paga per il brainwashing dell’anima! Per il turlupinamento dell’Essere! Che a ben guardare dobbiamo davvero meravigliarci? Ovvero, dobbiamo davvero meravigliarci che lo scandaloso spettacolo canterino che è stato mandato in onda qualche settimana fa – tra il plauso della nostra pseudo-intellettualità – sia l’apice di ciò che la Nazione artistica riesca a produrre, quando stiamo parlando della stessa Nazione in cui un qualunque personaggetto – in virtù dei suoi avatar mediatici e patroni politici di parte – può dare impunemente della “stron*za” alla sua Premier senza che nessuno abbia nulla da ridire? Certo che no! D’altro canto, così va il mondo nella “terra dei mezzo” e questo Dryden non lo sapeva, probabilmente non avrebbe mai osato immaginarlo!
E allora dov’è che il Sinner Cyborg ha fatto, sta facendo e fa una differenza soprattutto etica per quei connazionali insofferenti a queste datate e purtroppo ben oliate dinamiche? L’ha fatta – tale differenza – quando ha detto no a mamma-RAI e ha saputo volare alto sulla “terra di mezzo” ingolfata nei suoi atavici scandali; la fa ogni qualvolta dice no a tali partecipazioni risibili ma preferisce concentrarsi sui suoi allenamenti; la fa ogni qualvolta fa l’anti-influencer di professione; la fa quando ricorda che ciò che conta non è essere il numero 3 al mondo, ma un valido modello di riferimento per i giovani che saranno; la fa quando ci rappresenta (anche come nazione) con il suo solito fare timido, cortese, rispettoso degli avversari e delle situazioni. La fa quando il suo faccino pulito infonde speranza nei cuori di chi l’ha definitivamente perduta.
Continua così Jannik Sinner, continua ad essere l’Italiano apolide più famoso del mondo e a volare alto sugli scandali della “terra di mezzo”. Noi continueremo a seguirti e – dato che mamma-RAI gli emolumenti pubblici preferisce usarli per i caroselli-canterini e le performance risibili dei soliti noti, i quali abbandoneranno la cadrega solo quando richiamati d’ufficio nel quantum-world, – noi continueremo a pagare per vederti! In tutta onestà, ogni centesimo speso ne è valso la pena!


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