La visione positivista della Storia

di Michele Marsonet.
Nell’Ottocento, assieme all’idealismo, si affermano due altre concezioni della Storia, quella di Comte e quella di Marx. Tutte e tre queste prospettive avanzano la pretesa di una comprensione “universale” e aprioristica del decorso storico. Prendiamo ora in considerazione il pensiero di Auguste Comte, rendendoci conto anzitutto dello spirito filosofico che informa il positivismo dell’Ottocento. Esso è una visione secolarizzata della natura e della Storia, che prescinde metodologicamente dal ricorso a Dio per spiegare i fenomeni della natura. Si sviluppano le scienze positive e se ne affinano i metodi autonomi.
Mitizzando la scienza, si finisce per proiettarne i metodi peculiari sugli eventi storici, assumendo quale modello il rigore scientifico di questi ultimi. Lo spirito di Cartesio e il programma di Condorcet trovano realizzazione nel pensiero di Comte, che privilegia lo studio della matematica per scoprire le leggi che governano la Natura e la Storia.
Quanto a quest’ultima, si insiste sul compito di accertare rigorosamente i fatti e si chiede aiuto alla sociologia per interpretarli e comprenderli sinteticamente. Altro fatto importante per la diffusione della mentalità positivista fu la pubblicazione dell’opera di Darwin, “L’origine delle specie per mezzo della selezione naturale” (1859), nella quale venne presentata una visione evolutiva e progressiva delle forme biologiche, andando oltre le classificazioni statiche di Linneo.
L’opera di Comte rappresenta una reazione tipicamente francese all’idealismo hegeliano. Ciò significa che nella sua opera si evidenziano maggiormente i tratti dell’illuminismo anziché quelli del romanticismo. Il “Corso di filosofia positiva” (1830-1842) scritto da Comte segue a breve distanza le lezioni hegeliane sulla filosofia della storia con l’intento di enucleare “il cammino fondamentale dello sviluppo umano”, datando nel tempo e nello spazio avvenimenti e personaggi.
Impostato su basi umanistiche, il discorso comtiano tende a cogliere il progresso lineare e cumulativo del genere umano secondo la nota legge: “Quanto più istruiti tanto più ricchi, quanto più ricchi tanto più felici”. Comte incita all’osservazione e all’azione con intenti pragmatici e con immensa fiducia nel futuro dell’umanità, giacché ogni tappa in avanti rappresenta automaticamente un maggior incremento di progresso sociale. Fermo restando – idea tipica del suo tempo – il ruolo pilota che egli assegna alla razza bianca rispetto alle altre etnie.
La legge universale che presiede allo sviluppo del progresso storico, e che era stata formulata già da Condorcet, sancisce il passaggio obbligato dallo stadio teologico a quello metafisico e al positivo. Il primo stadio rappresenta l’infanzia dell’umanità, in cui l’uomo cerca una risposta ai problemi del mondo ricorrendo all’elemento divino (politeismo o monoteismo) come spiegazione ultima. Il secondo stadio rappresenta la giovinezza del genere umano, e la spiegazione dei fenomeni cosmici non è ricercata più in termini fantastici e teologici, ma attraverso l’astrazione e il rinvenimento di princìpi universali immanenti all’ordine stesso del mondo.
Il terzo stadio è espressione del genere umano giunto alla maturità. L’uomo rinuncia a spiegazioni generali e metafisiche della realtà, rimpiazzando il perché col “come”, ossia con l’osservazione diretta dei fenomeni, cercandone i collegamenti necessari, ossia le leggi causali. L’umanità è entrata in questo stadio positivo con Bacone, Galileo e Descartes.
Il progresso storico coincide con la successione logica dei tre summenzionati stadi. L’uomo non può pretendere al possesso di verità assolute e definitive, giacché la conoscenza è una conquista perenne e in via di accrescimento quantitativo e qualitativo. Riflettendo sui fatti recenti dell’Europa, Comte nota come la razza bianca, pur avendo raggiunto lo stadio positivo della scienza, non è esente da crisi giacché le varie nazioni che la compongono (Francia, Italia, Germania, Inghilterra e Spagna) permangono condizionate – chi più chi meno – dagli elementi peculiari delle tappe precedenti.
La stessa Rivoluzione francese si è dimostrata ambigua nella diffusione dei princìpi della libertà, uguaglianza e diritti individuali, giacché ha generato un rallentamento distensivo di ordine e progresso fino a opporre questi due termini della società civile con la lotta tra reazionari e rivoluzionari. Il positivismo dovrà incrementare un nuovo assetto sociale, ispirato da un complesso di verità scientifiche e garantito dall’esercito, dagli imprenditori e dalla collaborazione di tutti i cittadini.
Spingendo lo sguardo sul futuro, Comte indulge all’utopia di sognare un’umanità più felice, rimpiazzando le guerre con le industrie e con la scienza e divulgando nelle coscienze una religiosità umanistica, fondata sul sentimento della giustizia, dell’amore e della collaborazione universale. E non sono certamente queste ultime posizioni da visionario che accreditano il metodo positivo della scienza storica di stabilire oggettivamente i fatti mediante osservazione, analisi e critica. Saranno altri ingegni più rigorosi a far fruttare gli aspetti più validi della proposta storiografica del pensatore francese.