Sulla caduta di consensi a sinistra
Prodi sarebbe tornato, o almeno così scrivono i pochi giornali non proni a prostrarglisi davanti. Prodi sarebbe tornato, questa volta in forma di “sardina”, ma il target sarebbe sempre lo stesso: diventare il nostro “beneamato” Presidente!
Questo ritorno, inutile negarlo, pone domande ontologiche fondamentali: cosa hanno fatto di così grave quei pesci marini per essere accostate a Prodi? Per essere accostati, cioè, a un altro di quei nostri “padri della Patria” che in 70 anni di intenso lavoro hanno portato la nazione allo sfascio economico? Cosa hanno fatto codesti timidi “altri esseri” per essere diventati, di fatto, compagni di merende dei “grillorenzisti”, di personaggi che per amor della poltrona hanno tradito in maniera vigliacca e imperdonabile il responso popolare del 4 marzo 2018?
Le “sardine” non hanno fatto nulla, naturalmente, ma è indubbio che la nuova promozione “analogica” fattane dai seguaci dei Prodi, portata avanti usando il giornale-partito, nonché le contundenti armi mediatiche degne della miglior “guerra dei venti anni”, nel ridicolissimo tentativo di far risorgere epiche (e non ben specificate), rivoluzionarie gesta sessantottine all’insegna del mitico motto “Sardina e martello”, abbia conseguenze nefaste sulla loro figura.
Salviamo l’onore delle “sardine” di mare, dunque! Salviamo il loro onore nell’epoca dei “ladri di democrazia”, nell’epoca dei Premier buoni a destra e a sinistra… Francia o Spagna purché si magna… preferibilmente seduti su cadegra profumatamente pagata dal contribuente!
A proposito… visto che ci siamo salviamo anche l’onore della signora Segre, dalla quale non abbiamo ancora sentito tonanti parole contro la perniciosa e immorale Commissione Segre, né parole di sdegno contro il nuovo caso-Segre-Greggio, in virtù della quale la speculazione censurabile contro l’antisemitismo, il serio problema dell’antisemitismo, è diventato fenomeno da baraccone in stile Drive in!
Ave Italia, Prodi è tornato e morituri te salutano… a nosi bie!
Vergognatevi!
Rina Brundu