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Diario dai giorni del golpe bianco – Destra e sinistra, due pesi due misure?

6 Febbraio 2015

Sembra ormai assodato: l’ambizione e la furbizia del renzismo più ruspante sono infinite così come è infinito l’universo, anche se – come sosteneva Einstein – sull’universo esistono ancora dei dubbi.

Premesso che la missione riformista renzista è soprattutto fuffa governativa, dato che non si può campare di aria e di riforme (che non risolveranno nulla); premesso che fare qualche miglioria all’artritico sistema amministrativo è senz’altro cosa buona e giusta, e che tutti i partiti dovrebbero fare la loro parte per chiudere la questione al più presto (M5S compreso), risuona stucchevole l’ultimatum renzista a Forza Italia: “Abbiamo i numeri anche senza Forza Italia, ma spero prevalga il buonsenso”.

Non è così, non è proprio così, e non è così soprattutto per Matteo Renzi. Se il Patto del Nazareno fosse rimasto in essere e i suoi firmatari fossero riusciti a realizzare di comune accordo le riforme tanto sospirate, è indubbio che il renzismo avrebbe potuto cantare vittoria su tutta la linea, anche in faccia all’opposizione interna. Meglio ancora, gli uscieri del Parlamento avrebbero dovuto ordinare presto e bene un busto in marmo del nostro Premier trasformato lì per lì in padre della patria. Non è escluso che un qualche menestrello digitale si sarebbe persino sentito in dovere di scrivere un poema ispirato alle sue gesta…

Come sappiamo è andata diversamente, e per quanto Matteo Renzi si affretti a smentire, a ricorrere (di nuovo), agli stratagemmi condiscendenti (come il supponente “spero prevalga il buon senso”), chiudere il capitolo riforme senza la benedizione di una destra ormai compatta nell’opposizione al Premier, è tutt’altra faccenda. Le riforme renziste saranno né più né meno come tutte le altre riforme fatte fino a oggi, cioè espressione di una parte, opinabili, suscettibili di vilipendio non appena ci sarà un’alternanza in cima alla piramide. Da qui la necessità per Matteo Renzi di andarci piano, la condiscendenza sbandierata, oltre a non nascondere la preoccupazione per lo stallo amministrativo del paese, può scoprire anche una giustificata paura per la qualità della gloria futura che, l’ego lo impone, dovrà essere gloria vera. Ma come è ben noto, in presenza di un carro del vincitore ingolfato, in Italia non mancano mai le anime pie desiderose di recare soccorso et voilà… ecco 7 o 8 rappresentanti della montiana Scelta Civica convolare subito a giuste nozze col Premier.

E risolvere…. almeno nell’immediato. Anche se restano due problemi matematico-politici che non si… risolvono altrettanto facilmente, e in realtà date le difficoltà che pongono avrebbero tenuto sveglio anche il padre della relatività, A) quante mogli può oggettivamente far ubriacare una botte che deve restare sempre piena? B) perché se lo scilipotismo beneficia la destra fa ridere mentre se beneficia la sinistra risolve?

Diario dai giorni del golpe bianco è una cronaca atipica dell’attualità nazionale negli anni del governo Renzi. È un racconto goliardico che è storia, fatto, testimonianza, commento, opinione, leggenda internettiana, diario politico e irriverente… ed è una ridda di personaggi (giornalisti, politici, conduttori, commentatori, opinionisti, blogger) che animano una commedia umana quasi goldoniana nel suo essere prima di tutto appassionata baruffa chiozzotta. Una commedia che sembra non avere mai avuto inizio e che non dovrà finire mai tra le contrade soleggiate e scaltre di un bellissimo paese, patria di Dante, di Michelangelo e di Machiavelli, casa dell’anima di molti Pinocchio e di tanti don Camillo e Peppone: l’Italia.


Diario dai giorni del golpe bianco 

Rina Brundu – Scrittrice italiana, vive in Irlanda. Ha pubblicato i primi racconti nel periodo universitario. Il romanzo d’esordio, un giallo classico, è stato inserito nella lista dei 100 libri gialli italiani da leggere. Le sue regole per il giallo sono apparse in numerosi giornali, riviste, siti, e sono state tradotte in diverse lingue, così come i suoi saggi e gli articoli. In qualità di editrice ha coordinato convegni, organizzato premi letterari, ha pubblicato studi universitari, raccolte poetiche e l’opera omnia del linguista e glottologo Massimo Pittau, con cui ha da tempo stabilito un sodalizio lavorativo e umano. Negli ultimi anni ha scritto saggi critici, ha sviluppato un forte interesse per le tematiche e le investigazioni filosofiche, e si è impegnata sul fronte politico soprattutto attraverso una forte attività di blogging. Anima il magazine multilingue www.rinabrundu.com.


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