“A Sandro Bondi”

Screenshot da dagospia.com
Si legge che Sandro Bondi, ex politico imprestato alla poesia (o viceversa), rimpiangerebbe i tempi in cui si comportò da cortigiano in quel di Arcore e adesso starebbe cercando di redimersi da cotanto peccato. Uhm… un’analisi tecnica della poesia bondiana mi lascia parecchio perplessa sulla bontà di questo pentimento. Muovendo infatti oltre il mero fattore tecnico laddove l’io lirico sembrerebbe preferire costrutti idiomatici poveri resi talvolta da coppie di aggettivi come in questa poesia:
Ad Anna Finocchiaro
Nero sublime Lento abbandono Violento rosso Fugace ironia Bianco madreperla Intrepido mistero
o da un’accoppiata che indulge su aggettivo + sostantivo come in questo caso
Ad una misteriosa commessa della Camera
Dolente fulgore Mite regina Misteriosa malia Polvere di stelle
sono i titoli di questi capolavori bondiani che mi lasciano appunto… di stucco nel loro evidente anelare… verso l’alto mondano. Eccone alcuni:
A Fabrizio Cicchitto
A Barack Obama
A Vittorio Feltri
A Luciana Litizzetto
A Jovanotti
A Walter Veltroni
A Giuliano Ferrara
A Michela Vittoria Brambilla
A Stefania Prestigiacomo
Mai che il Bondi poeta abbassi lo sguardo onde cantare
A Maria Rossi
A Giuseppa Bianchi
Mah! Tutto può essere nel mondo dell’arte patinata. Di mio credo che non mi resti che concludere con questo omaggio miserrimo ispirato dalla sua arte:
A Sandro Bondi
Tardo rimpianto
Sospetto ritorno
Mesto destino
Imprescindibile oblìo
Rina Brundu, 3 febbraio 2018