Media e regime (27) – Il caso Khalid Chaouki. E sui campioni dei diritti civili… patinati.
Scrive Il Fatto Quotidiano: “Coordinatore dell’intergruppo cittadinanza e immigrazione. È citato in giudizio dalla sua assistente parlamentare per omessi versamenti. È il caso del deputato Pd Khalid Chaouki”.
Ricordo questo ragazzo. Al tempo in cui seguivo i dibattici politici durante il periodo pre Referendum costituzionale, lo si vedeva spesso in tv, in questo o quel talk-show patinato. Era una sorta di campione dei diritti civili, laddove c’era qualcuno in difficoltà non c’era Superman ma c’era lui: come si può pretendere che trovasse il tempo, negli ultimi cinque anni, per occuparsi di versamenti ai suoi dipendenti?
E poi siamo certi che dopo l’articolo del giornale di Travaglio, Chaouki sgancerà la pecunia che a quanto si legge sarebbe dovuta, altrimenti se la potrà scordare la nomina del capo in previsione delle prossime elezioni, come non bastasse il caso Consip a scassare il cazzo! Il fatto è che questo nostro rappresentante politico è di origine marocchina se non sbaglio: pensare che speravamo nell’etica straniera per redimerci! E a questo punto il dubbio amletico si impone: che la furbizia conclamata affligga lo straniero non appena posa piede sul nostro territorio, oppure, tanto abbiamo fatto, che abbiamo già da tempo conquistato il mondo con questa nostra malattia ereditaria e dunque la notizia è mera consequentia rerum? Tutto può essere.
Tornando più seri, l’unico motivo per cui riprendo questa chicca notiziabile su Rosebud è perché è in realtà un esempio plastico di ciò che ho sempre detto in questi anni e ho ripetuto fino alla nausea in queste ultime settimane, anche a titolo di diretta interessata: non si può essere campioni credibili di giornalismo quando si dipende da un editore troppo potente e schierato, quando si scrive su giornali e riviste patinate; ad un tempo non si può essere campioni credibili di diritti civili quando ci si siede su uno scranno pubblico e si campa di denaro pubblico, o si predica da salotto telvisivo trendy. Questo vale per questo giovane deputato come per tutti noi.
L’impegno civile è altra cosa. Per esempio, non ho dubbi nel dire che c’è più capacità nel mignolo di quei tanti blogger russi e turchi arrestati, torturati, per il coraggio e le idee che promuovono in Rete, che nelle sviolinate logorroiche di tutti gli alenanti morti di fama dei salotti televisionari, dovunque sotto il sole. Peraltro, salotti che oggi come oggi diventa finanche difficile chiamare “radical-chic” come usavasi un tempo. Di fatto non hanno nulla di “chic” e men che meno di “radical”, sono semplicemente intellettualmente ridicoli… e questi sono i loro eroi.
Chaouki?? Uhm… ma è parente o è tutta una questione di spelling?
Rina Brundu

Visto che ci siamo ricordiamo al sagace redattore che anche le E maiuscole vogliono i loro accenti… sempre per la campagna “Il Fatto contro Renzi è cosa buona e giusta, il Fatto contro l’ortografia un po’ meno”. PS Non vale neppure la seconda opzione (vedi seconda riga) con l’apostrofo…. Sic!