Sulla presunta iscrizione di Teti
Lo sanno tutti gli archeologi e studiosi di arte Italiani ed Europei, che i cosiddetti “beni archeologici ed artistici pubblici” solamente in linea teorica appartengono allo Stato italiano e cioè a tutti noi Italiani. In linea pratica è cosa del tutto nota che i direttori dei musei e pure i vari Sovrintendenti regionali considerano e trattano quei “beni archeologici ed artistici” come “beni personali”, da loro spesso tenuti da parte in vista di loro pubblicazioni personali ed in vista di titoli da presentare ai vari concorsi per entrare in ruolo. Clamoroso e scandaloso è stato una ventina di anni fa l’atteggiamento di un Sovrintendente alle Antichità di Firenze, il quale, essendo entrato in possesso dei frammenti della ormai famosa «Tabula Cortonensis», che contiene la terza iscrizione etrusca per lunghezza, se li tenne nascosti con scuse ridevoli per 6 anni in vista di una sua pubblicazione che è comparsa dopo, nell’anno 2000!