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“Serietà signori”: sulla lettera di Giorgia Meloni al Corriere

Onore a Giorgia Meloni, Presidente di Fratelli d’Italia, che ha deciso di prendere carta e penna per scrivere al direttore del “Corriere”. Francamente non se ne poteva più! Non se ne poteva più dei pensieri al vento sui fatti di Washington comparsi in queste ore su quel primo giornale italiano, il quale dovrebbe avere altri orizzonti deontologici piuttosto che insegnare un giornalismo piegato e prostrato davanti al referente politico. Ma è possibile che la “guerra dei vent’anni” non abbia insegnato davvero nulla?

Dati i contenuti val la  pena riassumerla qui di seguito tale missiva. Nello specifico, la Meloni afferma:

  1. Malgrado le accuse che mi sono state mosse, io condanno sempre la violenza perché diversamente da ciò che si tende a far credere in Italia “non c’è una violenza giusta né una sbagliata”. Inoltre, “ a mio parere”, le violenze di Washington “non rafforzavano certo la posizione di Trump e di chi contesta la regolarità delle elezioni”.
  2. “Personalmente, sono convinta che la volontà popolare vada rispettata sempre. Io. Ma lo pensa anche la sinistra? Non mi sembra, visto che teorizza da tempo che la democrazia, in fondo, non possa che essere oligarchia, e se il popolo sbaglia e vota «male», allora è un dovere civico adottare delle contromisure. Tipo governare da dieci anni in Italia pur non avendo mai vinto le elezioni.”.
  3. “”È un momento grave, è in gioco la democrazia». Su questo sono d’accordo, mi sorprende però che alcuni pericoli per la nostra democrazia siano sistematicamente taciuti, come il fatto che i giganti del web, società private, si arroghino il diritto di sostituirsi alla magistratura, alle istituzioni e alla costituzione americana oscurando e zittendo il Presidente Usa. Veramente non si vedono i rischi che questo comporta?””.
  4. “In queste ore Donald Trump viene dipinto dalla sinistra come un dittatore, un malato di mente, un uomo pericoloso da mettere al bando. Qualcosa mi sfugge. Parliamo dello stesso Trump considerato strategico nella nascita del Governo Conte bis, con il famoso tweet nel quale sperava di continuare a lavorare con «Giuseppi»?… (…)… Non mi è sfuggito, ad esempio, che il Presidente Mattarella abbia preferito un cauto silenzio sulla vicenda. Ma se proprio si vuole entrare a gamba tesa, allora si deve comprendere il peso delle parole che si pronunciano, e le conseguenze che comportano. La domanda che faccio a tutti i politici italiani che oggi dipingono Trump come un mostro è: se tra quattro anni si dovesse per caso ricandidare, e dovesse vincere le elezioni, quali saranno le vostre contromisure? … (…)… Serietà signori“.

Bravissima! Bravissima nello stigmatizzare quanto è accaduto in Italia in queste ore; bravissima nel lanciare l’allarme per quanto sta accadendo su Twitter e Facebook sul lato politico (si tratta dello discorso che si fa su questo sito per Wikipedia e l’imponente problema intellettuale, didattico, culturale che pone, dato che la cultura non è meno importante della libertà!); bravissima nel ricordare che in Italia la democrazia è un fattore mancante da almeno dieci anni; bravissima per quella chiusura in cui richiama tutti, e dunque anche il giornalismo italiano, alla “serietà”. Se il metro passato è un metro valido non servirà a nulla e lorsignori continueranno come prima, più di prima, ma almeno lei potrà dire di averci provato!

Rina Brundu