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Dell’età della Restaurazione, tra il tocco goebbelsiano su CNN e Fox, e l’usata genuflessione dei giornalisti analogici italiani…

di Rina Brundu.

Raramente mi è capitato di vedere qualcosa di così deontologicamente corrotto come la diretta CNN che ha accompagnato l’elezione del 46simo Presidente USA. Non sono mai stata una fan di Donald Trump, il quale è stato null’altro che la versione americanizzata dei nostri De Benedetti e Berlusconi. Tuttavia, al trumpismo va almeno riconosciuto un merito: l’avere tentato di destabilizzare l’immondo apparato moralmente, eticamente, corrotto che è cresciuto all’ombra del sistema “democratico” post-seconda guerra mondiale. Gli ultimi quattro anni hanno dimostrato che servirà ben altro per smuovere quel tipo di “corruzione” e al momento, purtroppo, non si vede nessuna risposta da parte della società civile, una società civile che evidentemente ha altri problemi a cui guardare in questa età difficilissima.

Il mio parere sul cosiddetto “giornalismo” italiano l’ho reiterato più volte, e francamente è un argomento su cui non mi interessa più tornare, anche perché l’unica fortuna che abbiamo avuto in questi tempi digitali è stata quella di poterci liberare definitamente da simili esegesi analogiche, childish. Ciò che mi ha sconvolto però è stato lo scoprire, il “toccare con mano”, la corruzione del sistema mediatico americano.

Un sistema che è di fatto un potere sostanziale, capace di modellare le menti dei tanti, specialmente in quell’America profonda in cui un’istruzione post-laurea è un miraggio per i più. Un sistema in cui lo studio, la ricerca, sono privilegio di alcuni e, la maggior parte delle volte, sono determinati, nello scopo, nella direzione da perseguire, dal “funding” che si riesce ad ottenere, un “funding” gestito proprio dagli scaltri personaggi di cui sopra, personaggi che tutto vedono e provvedono. Da personaggi che per altri quattro anni determineranno il futuro del pianeta, si scambieranno “pleasantries” con regimi quasi-dittatoriali come quello nostrano; con regioni provinciali che il concetto di democrazia se lo sono messo sotto il sedere, tra il loro deretano e lo scranno in cui siedono, completamente indifferenti al destino dei popoli, al volere delle genti che governano.

L’offesa delle nostre anime è dunque profonda. La speranza? Che il trumpismo sia stato solo la versione sbiadita e sciocca, di un serio, futuro movimento di rivolta che possa riportare un senso etico, morale, deontologico nelle nostre vite. Per il momento sopportiamo il “bidonismo” che avanza, del resto da due anni a questa parte noi italiani ci abbiamo fatto il callo ai bidoni politici e, tutto ciò che non ci uccide, lo sappiamo bene, ci renderà più forti. Sic!

Via Goebbels e il nazismo mediatico dalle nostre vite: cestiniamoli!