Cinque Stelle cadenti
Lo schifo che si prova davanti alle imprese del governo delle poltrone viventi sembra non finire mai!
C’è davvero qualcosa di rotto nel nostro Sistema. Qualcosa di malato nel suo profondo fondo. Nel suo “core” si direbbe da queste parti.
Nulla da meravigliare dunque se, nel mezzo di una pandemia mondiale, con tantissime famiglie dilaniate dal dolore, finanche incerte sul destino ultimo a cui sono andati incontro i loro cari, noi italici abbiamo douto testimoniare infinite volte in tv lo spettacolo squallido del nostro Premier Giuseppi-Dracuula e del suo braccio sinistro Di Maio (per l’occasione incravattato con tanto di fascia tricolore alla bocca) indecorosamente pronti all’aeroporto per la solita passerella su cui lucrare politicamente.
Del ritorno a casa di una ragazza italiana liberata dai suoi aguzzini non possiamo che esserne felici. Molto, molto meno lo siamo dell’indecenza politica che ha accompagnato le fasi finali del suo atterraggio in Italia.
Si tratta, insomma, dell’ennesima prova volgare di una politica sporca. Di una politica che non esita a creare decreti ad hoc (nonché al limite del costituzionale) per imprigionare milioni di italiani, ma non sa scrivere due righe per impedire la liberazione di centinaia di boss mafiosi. Si tratta della solita politica italica forte con i deboli e debole con i forti. Si tratta di una politica ormai in odore di mafia che farebbe di tutto pur di nascondere il caso Fofo Dj.
Il redde rationem! Ah, arriverà, un giorno! E per noi italiani schifati da queste pagliacciate ormai solo quel giorno conta. Il giorno in cui potremo nuovamente guardare alla nostra nazione come ad una nazione libera. Il giorno in cui potremo ridare un senso al termine democrazia. Il giorno in cui potremo scordare uno dei periodi più bui e vigliacchi in tutta la lunga Storia di una penisola altrimenti gloriosa.
Rina Brundu