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Sull’emergenza democratica in Italia, sullo storico scatto che immortala il nuovo metagolpe italiano e il governo delle poltrone viventi, sul nostro dovere di cittadini liberi.

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La storica foto che mostra l’aula liberata dal governo delle poltrone viventi mentre si dava l’autorizzazione al processo Gregoretti…

Si sta consumando in queste ore nel silenzio tonante della nostra “Grande Stampa”; si sta consumando in queste ore nel silenzio tonante che meglio si addice a simili occasioni “storiche”. Si tratta infatti di quello stesso silenzio di tomba che nel 2014 accompagnò la scalata al potere del ducetto di Rignano, quello stesso silenzio che da anni nasconde il caso Consip, il caso Bibbiano, quel silenzio immondo che cala sulle nostre vite di cittadini semi-liberi in ogni istante in cui la nostra democrazia “putrefatta” riceve un altro calcio nel sedere, un altro pugno nello stomaco, un altro sberleffo.

Sto parlando della farsa similgovernativa dell’autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini nel “Caso Gregoretti”. Certo, si potrebbe scrivere che “non ci siamo mai vergognati così tanto”, ma vero è che da quei primi giorni del nefasto settembre 2019, ovvero dell’ennesimo malsano periodo della nostra storia politica recente nel quale il volere del popolo è stato calpestato e insultato, ci siamo vergognati ogni secondo, ogni minuto, ogni ora trascorsa senza soluzione di continuità, dunque perché didascalizzare l’ovvio?

Come non bastasse, lo spendido ritratto dei nostri palazzi di potere che correda questo post, racconta più di mille parole, dice tutto ciò che c’è da dire su ciò che sta accadendo in Italia in questo momento, centomila volte meglio di quanto potrei fare io. Così, se da un lato il pasticciaccio Gregoretti, che di fatto consegna il nostro ex ministro degli interni nelle mani della magistratura (ponendo l’intero popolo sotto amministrazione controllata), è a tutti gli effetti un primo caso di metagolpe politico, dall’altro l’immagine delle “poltrone viventi” della nostra camera alta, vuotate da tutto l’inutile che di norma le occupa, si fa proiezione plastica della profonda crisi di Sistema che attraversa la nostra nazione.

L’ho detto mille volte: non sono salviniana e probabilmente non lo diventerò mai… ma in questa occasione tutto il mio sostegno a Matteo Salvini. Vada a processo, vada in galera se necessario, chiami in correità tutti i kompagni-conigli, il nostro premier double-face, ma soprattutto si dia da fare anche per dare voce all’Italia che subisce impotente tutto questo. Richiami la piazza, richiami la società civile… richiami le scuole… Queste ore infatti bisognerebbe raccontarle come si conviene perché sono ore che non fanno parte dell’eredità che ci ha consegnato chi ha combattuto e dato il sangue per noi, né del futuro che costoro immaginavano per i loro figli.

Liberiamo l’Italia! Si tratta di un dovere di ciascuno di noi, di un dovere di ogni cittadino libero che oggi dovrebbe gridare ad alta voce: NOT IN MY NAME!

A casa il governo delle poltrone viventi! Liberiamo il paese da questa vergogna che affligge profondamente la nostra anima e tutto il buono in cui avevamo creduto fino a questo momento!

Rina Brundu