4 marzo 2018, cambiamo l’Italia (23) – Sul perché Di Maio sarà il nuovo Premier (bis), ma basta con i candidati in frac per il tè con la regina.
Posted on 21 January 2018 in 4 marzo 2018, cambiamo l’Italia, Politica, Rina Brundu, Tutti gli articoli
Autore: Rina Brundu
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Che Luigi Di Maio sarà Premier lo comprendiamo da molti piccoli dettagli. Per tutti può bastare citare l’attacco senza freni di oggi di Silvio Berlusconi che sarebbe finanche arrivato a parlare con scherno di Grillo e del “figlio del suo socio defunto”: sic! Quando si arriva a deridere i padri defunti significa che si è toccato il fondo, che non si hanno altri argomenti, che si sta cercando solamente di ritardare la disfatta.
Ma oltre alle deliranti affermazioni della casta al tramonto, la certezza che Di Maio sarà Premier la coltiviamo per un’infinità di altri motivi. La coltiviamo perché se così non fosse noi, il giorno dopo, non esisteremo più come nazione etica, libera, democratica, ma come porto privilegiato della mafia, di quella vera, di quella che ha distrutto, umiliato, infangato il nome della nostra nazione, spregiando il nome di altri defunti – sì, pure questi trapassati purtroppo – come Falcone e Borsellino che hanno dato la vita per illudersi di servire uno Stato diverso. Uno Stato per cui valesse la pena battersi.
Abbiamo certezza che Di Maio sarà Premier soprattutto perché diamo credito alla grande maggioranza degli italiani di essere persone libere, persone capaci, spiriti brillanti e intelligenti. Spiriti brillanti e intelligenti che non si faranno mettere i piedi in testa da chi è solamente impegnato a difendere gli interessi privati dei Berlusconi e dei Benedetti, spiriti liberi che ancora ancora riescono a distinguere tra il sommo bene della nazione e il sommo magna-magna dei soliti noti. Coltiviamo questa certezza perché sappiamo che gli italiani hanno ottima memoria, che non sono collusi con le trame renziste, familiste e provinciali, che abbiamo visto svilupparsi come un cancro anche solo fino a ieri (vedi il caso Nardella in quel di Firenze).
Detto questo, c’è qualcosa di questa nuova era pentastellata che andrà a cominciare che non mi piace, ed è l’eccessivo omologarsi – che sembrerebbe in corso – a schemi politically-correct assolutamente datati e incomprensibili nella nostra epoca digitale, in netto contrasto con le dinamiche “nobili” che hanno portato alla nascita del MoVimento. Si è letto, per esempio, che il background dei futuri candidati tra le fila del M5S sia stato scandagliato in stile Stasi, e che si sia arrivati fino ad escludere dalla lista dei papabili persino chi è stato pizzicato a postare, anche solo una volta nella vita, un post sopra le righe contro gli avversari politici del M55.
Se questo fosse vero – l’opzione più probabile è che si tratti di altra bufala degli sgherri renzisti online – sarebbe come dire che personaggi come lo stesso Di Maio, Di Battista e Grillo non potrebbero coprire il ruolo che coprono; sarebbe come dire che non dovrebbe esistere neppure la memoria del vaffa day etc etc. Sarebbe come dire, insomma, che quando i contadini russi nel 1917 portarono avanti la loro “rivoluzione”, il giorno dopo, onde risultare credibili, avrebbero dovuto presentarsi vestiti con il frac per prendere il tè con la regina… pardon, con lo zar.
Ma stiamo scherzando? D’accordo, fare di tutto per proiettare l’immagine di un movimento pacifico, gestito dai bravi ragazzi della porta accanto, perché questo sono, ma da qui a diventare un movimento completamente “seduto”, omologato (che si fa superare al centro persino dalla maleducazione scaltra dell’ottuagenario signore di Arcore), nonché prono a copiare schemi, anche comunicazionali, fallimentari e nefasti, ce ne passa! Se poi si evitasse anche di farsi fotografare baciando santini a destra e a manca, sarebbe la morte sua, e finalmente l’Italia potrà entrare a fronte alta nel ristretto novero delle moderne democrazie davvero degne di considerarsi appartenenti al primo mondo!
Rina Brundu
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Filosofia dell’anima – La “normalità” di Rocco Siffredi
Stasera, dopo lo straordinario “Fratelli di Crozza” (Canale Nove) ho seguito “La Confessione” di Rocco Siffredi condotta da Peter Gomez. Siffredi si è [...] -
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Il supposto Caso Facebook è senz’altro una delle più grosse balle spaziali ordite dalla “letteratura” e dal “giornalismo” liberal americano negli ultimi [...] -
Se potessi scrivere a Marco Travaglio…. (Chi si allea col PDR muore politicamente: perché voler affossare Di Maio a tutti i costi? E un dubbio: ma i debiti dell’ex grande partito della sinistra chi li pagherà?).
In realtà non si vedono ragioni per cui non si possa scrivere a Travaglio. Potrei inviare la lettera al FATTO, potrei scrivere una lettera aperta sul sito, potrei [...] -
Traditori della Patria. La battaglia del FATTO per l’inciucio M5S-PDR (2). – Se per miracolo (?) la Gruber…
La domanda era implicitamente contenuta nel primo post di questa serie: ma come fa il FATTO a parlare di avvicinamento tra M5S e il PDR, mentre gli altri giornali [...] -
Traditori della Patria. La battaglia del FATTO per l’inciucio M5S-PDR (1). – La nuova guerra mediatica!
Il senso de IL FATTO QUOTIDIANO per un possibile inciucio del M5S con il PDR, ovvero con quel partito fatto di Renzi, Lotti, Boschi, di innumerevoli figuri che negli [...] -
Riallineamenti. Se il TG4 ti diventa grillino, IL FATTO QUOTIDIANO ti diventa piddino e…
La faccenda mi ricorda quelle storie dove c’è un riccone che muore senza eredi e a defunto tumulato, i partiti più impensabili cominciano a farsi avanti per [...] -
Il popolo delle scimmie e il cretinismo parlamentare (1) – M5S: o governo a termine con la Lega o Opposizione: mai col PDR!
Corsi e ricorsi della Storia. Un secolo dopo si potrebbe parafrasare il Gramsci che nel 1921 scriveva su “L’ordine nuovo” e adattare il suo scrivere ai tempi. [...] -
Gruber passami il derattizzante e l’olio… di ricino (6) – Martina, Cuperlo, Orlando e i renzisti in genere? Pericolosissimi!
“Martina? Quella che veniva con la sorella?” si interrogava ieri sera il meraviglioso Crozza-Berlusconi parlando del nuovo reggente la segreteria Dem. Martina, [...] -
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