Delle metafore di Bersani (via Michael Moore): dal tacchino sulla Luna… al tacchino sul tetto… al tacchinicidio post Referendum?
di Roberto Renzetti. Qualche tempo fa Bersani se ne uscì con una delle sue metafore che non mi sembra sia stata ancora capita. La metafora era:Tacchino in salsa referendaria?
Il tacchino è sul tetto
Credo di aver risolto il mistero casualmente cercando tra cose che avevo scritto in passato, nel 2003.
Vi ripropongo l’articolo di Michael Moore in cui si parla di Bush sulla Luna. Credo che Bersani abbia voluto parlare del piccolo Bush, Renzi, che al massimo avrebbe aspirato ad andare su un tetto.
15 dicembre 2003
Il Tacchino sulla Luna
Michael Moore, Alternet, Stati Uniti
Il regista di “Bowling a Colombine” prende in giro Bush e il suo teatrino di Baghdad
Caro signor Bush, sono passate più di due settimane dalla sua visita a sorpresa in uno dei due paesi che lei attualmente governa, e devo dire che il cuore mi si scalda ancora se ripenso a quel gesto. Però accidenti, la prossima volta mi porti con lei!
Ho sentito dire che nel suo seguito c’erano tredici signori della stampa e che uno solo scriveva per un giornale. Invece si è portato dietro cinque fotografi (al diavolo le parole, quel che conta sono le figure!), un paio di tizi delle agenzie e una troupe di Fox News. Poi, questo fine settimana ho letto sul giornale che quel grosso tacchino che lei reggeva a Baghdad… Be’, insomma, è venuto fuori che quel suo bel tacchinone i soldati non l’hanno mai mangiato! Anzi, non l’ha mangiato nessuno, perché era finto! Era un facsimile di tacchino, piazzato davanti alle telecamere per sembrare vero e commestibile. E va bene: questo è teatro. Ma allora, chi se ne frega se il tacchino era finto! L’intero viaggio era una sceneggiata costruita per sembrare una “notizia”. La finta glassa al miele spalmata sul tacchino del Thanksgiving non era poi molto diversa dalla finta glassa al miele che ricopre questa guerra. E il finto ripieno è un simbolo calzante del nostro paese di questi tempi. L’America adora farsi riempire di stronzate, e lei lo sa bene! Ecco che significa essere in sintonia con il popolo che si governa! Un’altra buona idea è stata quella di ordinare ai giornalisti” che l’hanno seguita nel viaggio a Baghdad di abbassare le tendine sull’aereo. Fra i signori della stampa al seguito nessuno ha prote stato. Le tendine abbassate gli piacciono e gli piace essere tenuti all’oscuro. Così è tutto più divertente. E quando gli ha ordinato di togliere le batterie dai cellulari perché non potessero chiamare nessuno, loro hanno obbedito disciplinati… be’, è stato un vero colpo di genio! Secondo me, se gli avesse detto di mettersi le mani in testa e toccarsi il naso con la lingua, l’avrebbero fatto senza fiatare, perché la amano tanto. Quindi, se ha in mente qualche trovata a sorpresa per Natale, non dimentichi di invitarmi. Per esempio, la scorsa settimana ho sentito dire che vuole di nuovo spedire un uomo sulla Luna. Ho pensato: “Preparate l’oca finta: il buon vecchio George ha deciso dove passare le feste!”. Del resto, come darle torto? Sono spariti quasi tre milioni di posti di lavoro, è sparito un surplus di bilancio da 281 miliardi di dollari, e gli Stati Uniti sono impantanati in una guerra che non finirà mai… In queste condizioni, a chi non piacerebbe andare sulla Luna? Però stavolta si porti dietro tutta la stampa! Vogliamo vedere i giornalisti embedded sulla Luna: gli piacerà da morire! Gli ricorderà il ranch di Crawford, tanto più che sulla Luna si gioca benissimo a golf. Secondo me, lassù si divertirà tanto che non avrà più voglia di tornare indietro. In tal caso si porti anche Dick Cheney: faccia finta che sia un esperimento medico o roba del genere. Parafrasando Neil Armstrong dopo lo sbarco sulla Luna: “Un piccolo passo per un uomo, ma un balzo gigantesco per ogni americano stufo marcio di tutte queste stronzate”.