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Sul problema islamico dopo l’attentato a Charlie Hebdo

charliedi Michele Marsonet. Con il sangue ancora caldo e versato sulle strade, è già iniziato il solito balletto delle distinzioni. Gli autori del massacro di Parigi – ci viene detto – non rappresentano affatto il vero Islam, che sarebbe pacifico, illuminato e tollerante.

Io credo sia giunto il momento di finirla con queste ipocrite finzioni. Lo spirito islamico è intrinsecamente guerriero, oscurantista e per niente tollerante. Gli islamici, inclusi i cosiddetti “moderati”, perseguono un disegno di egemonia culturale che non sempre si esprime con le armi, ma punta comunque alla conquista dall’interno dei Paesi occidentali. Intendo conquista delle nostre menti e dei nostri cuori.

Molti si scandalizzano di fronte alla perplessità che suscita il progetto di costruire sempre nuove moschee nelle nostre città. Provate però a chiedere la reciprocità, a pretendere che al contempo venga concesso il permesso di costruire nuove chiese non dico in Afghanistan o nel presunto califfato di al-Baghdadi, ma in nazioni in teorie strette alleate dell’Occidente come Arabia Saudita, Qatar e Pakistan.

Ci si scontra subito con un muro di dinieghi: loro e noi non siamo uguali. Una nuova moschea a Milano, Parigi o Londra è un diritto sacrosanto. Una nuova chiesa a Riyad, Islamabad o Doha è un’offesa intollerabile per l’Islam.

Fino a quando saremo disposti a sopportare questa incredibile discrasia? Abbiamo adottato allegramente e in modo unilaterale il multiculturalismo, senza chiedere – com’era nostro diritto – che anche gli altri lo facessero.

Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Interi quartieri delle nostre metropoli sono governate dalla sharia tanto che, passeggiando in certe aree di Londra e Parigi, si ha la sensazione di essere trasportati all’improvviso in un mondo completamente diverso.
Gli abitanti vivono osservando con scrupolo leggi e usanze dei Paesi d’origine, ignorando con la massima tranquillità ciò che avviene all’esterno. E l’immigrazione incontrollata e favorita dal buonismo imperante in certi ambienti ha aggravato a dismisura la situazione.

Ora si è capito che i terroristi islamici sono tra noi, e che non occorre andare in Medio Oriente per trovarli. Sono ovunque, come pesci che nuotano nel clima di rilassatezza generale perfettamente a loro agio.

Il romanzo “Sottomissione” di Michel Houllebecq, che tanto scandalo sta suscitando nel mondo occidentale, si limita a fare previsioni che, visto l’andazzo, potrebbero realizzarsi in tempi non lontani. Potremmo insomma trovarci con un partito islamico al potere, votato per amore del quieto vivere e aspirando alle prebende che offrirebbe.

Una mera distopia? Dipende. Se riusciremo a svegliarci prima del disastro c’è qualche probabilità di salvezza. In caso contrario la rassegnazione, già oggi percepibile in vasti settori della nostra società, ci condurrà nel buco nero descritto dallo scrittore francese.

E pensare che il direttore di Charlie Hebdo aveva previsto la propria morte. Siamo in fondo così abituati a vedere vignette satiriche sui nostri profeti, e neppure ci viene in mente che i profeti degli altri, invece, non possono essere toccati.

Chissà se l’Unione Europea, che tanti si ostinano a confondere con l’Europa, riuscirà e elaborare una strategia coerente per fronteggiare l’emergenza. Tutta presa com’è dalle discussioni sulle percentuali di sforamento del deficit.

L’Occidente intero sta bruciando, ma a Bruxelles pare che la gravità degli eventi non venga percepita. La UE è una Bella Addormentata il cui risveglio sarà demandato a un Principe più nero che azzurro.

Featured image, volantino digitale e motto di potesta

12 Comments on Sul problema islamico dopo l’attentato a Charlie Hebdo

  1. Questo è quanto c’insegnano sui libri di scuola. Tuttavia il rispetto delle religioni altrui implica la libertà di culto, che da noi c’è e da loro no. A forza di ragionare col cervello ci stiamo facendo massacrare. Non stiamo facendo teologia o filosofia, bisogna capire che si può fare per non essere sommersi. Cosa che almeno a me non piacerebbe affatto.

  2. Michele Marsonet // 8 January 2015 at 11:13 //

    Certo, non è propriamente così ma nel senso opposto a quello che dici tu. Ce lo insegnano sui libri che gli islamici sono rispettosi dei valori altrui e soprattutto della tradizione sacra cristiana. Tuttavia non basta fermarsi agli slogan diffusi che assomigliano tanto ai bigliettini dei baci Perugina. Occorre anche un minimo di conoscenza della storia, e non solo a livello divulgativo. I periodi di tolleranza per gli altri nel mondo islamico sono rari e si riducono al permesso, in certi periodi, per gli “infedeli” di praticare il proprio culto senza rischi eccessivi. Ripeto, non occorre pensare al sedicente califfato. Basta andare in Arabia Saudita, Emirati vari, Pakistan. Continuando così, a “comprendere” e a tollerare pure l’intollerabile, faremo una bruttissima fine, anche se è assai difficile proporre rimedi efficaci visto che i terroristi islamici li abbiamo ormai in casa. Possono essere i vicini della porta accanto: a Parigi e Londra già succede. Detto questo non intendo proseguire oltre la discussione, piuttosto preferisco scrivere un altro pezzo di approfondimento.

  3. Concordo in tutto. Ma bisogna metterci d’accordo sul fatto in che consista la libertà. Mio cognato musulmano, perfettamente integrato nella nostra Nazione, continua a dirmi che la nostra mancanza di rispetto per le nostre stesse istituzioni religiose e pubbliche ci mettono in condizione di inferiorità rispetto al mondo dei credenti in Dio: cristiani e musulmani. Spero che tutti condividano questa sua è mia convinzione. Quanto alla satira, spesso sfora nel sarcasmo e nella volgarità.

  4. Tranquillo. Abbiamo un cervello per ragionare e un’anima per amare. Occorre risvegliare la seconda sennò finiremo tutti a liquidi in uno smartphone! Mi raccomando! Tenete sempre una sim d’emergenza ben carica e custoditela nell’armadio di sicurezza.

  5. Maggior fatica è indurre un ragioniere ad amare!!!

  6. Quando parlo di religione mi riferisco solo alla Bibbia unitamente ai Quattro vangeli e al Corano. I riti, compreso quelli cristiani, hanno tutti un origine pagana e, sua pure molto lentamente seguono l

    • … l’evoluzione dei tempi. Anche la Bibbia è stata aggiornata dai Vangeli ma rimane sempre valida per i dieci comandamenti che vi sono enunciati.

  7. Se al commentatore fosse concesso di correggere i propri scritti, si eviterebbero fastidiosi malintesi.

  8. I proverbi sono la saggezza dei popolo ovvero il manuale per non andare a sbattere la testa contro il muro. In essi non vedo nessun motivo per un progetto esistenzial. Quell progetto che ogni giovane quattordicenne o giù di lì dovrebbe iniziare ad imbastire, ma non può per mancanza di opportunità nel ambiente della società in cui viviamo.

  9. Mi spiace ripetermi, ma ribadisco che se continuiamo così finiremo male, molto male. Nel momento in cui si riconosce agli islamici il diritto di farsi i fatti propri a casa nostra, mentre si nega a noi il diritto di farci i fatti nostri a casa loro, la battaglia è perduta in partenza. Circolano già storielle circa una presunta “strategia della tensione” messa in atto dagli occidentali per mettere in difficoltà l’Islam. La stessa solfa sentita a proposito delle brigate rosse anni fa. Siamo masochisti, ecco tutto, e i terroristi islamici fanno bene a trarne profitto. Possono contare sull’aiuto di “Repubblica”, “Fatto quotidiano” e compagnia. Hanno perfino paura a definire “islamici” i terroristi. Il che è terribilmente significativo.

  10. Il Prof. Marsonet ha (qui) pienamente ragione. La società europea si è riempita di arabi perché doveva mostrare al mondo (cioé al suo narcisismo intellettuale) che avrebbe integrato in men che non si dica gente che arrivava dal Medioevo. Così facendo Inghilterra, Olanda, Francia Belgio, Germania, Svezia, e ora anche noi siamo tutt’a un tratto qui a dire “che altri si stan facendo i fatti nostri in casa nostra”, solo che le elites buoniste trovandosi spiazzate ipocritamente NON scenderanno in piazza (domani) contro (come dovrebbero) il male insito nell’ortodossia dei criminali parigini. NO lo faranno contro il razzismo (quindi sarà una protesta, come dire, contro Le Pen e Salvini !). Beninteso se ci aspettiamo che qualcosa cambi, scordiamocelo. Ogni anno contiamo il numero di indigeni e di stranieri, e mentre il numero dei primi decresce di continuo, il secondo si accresce. Indi per cui, questa suppostina ringalluzzente che ci danno i sinceri islamici di Parigi, sarà nulla in confronto a venti anni da qua quando contandoci vedremo che non saremo più maggioranza. E allora chi è che farà le leggi? Lo scemo del villaggio di Rignano, o il suo pari Algerino convertito al dio Silvio, e poi suo apostata?

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